De Luca resta in sella. E per Bagnoli Renzi si aggiusta la legge
Regione Campania Il presidente del consiglio corregge lo Sblocca Italia per nominare un commissario gradito
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Il governatore campano Vincenzo De Luca resta in carica, almeno fino al 23 ottobre quando dovrebbe decidere la Consulta. Il tribunale di Napoli ha rimandato alla Corte costituzionale la questione di legittimità della legge Severino. I giudici partenopei avevano reintegrato De Luca d’urgenza e ieri – ascoltate le parti – hanno confermato la prima sentenza ed elencato i temi da sottoporre alla Consulta: dubbi sussistono sulla possibilità di sospendere un amministratore già dopo il primo grado di giudizio, quando cioè la condanna non è definitiva; sulla definizione delle sanzioni, che eccederebbe il mandato della legge delega del 2012; sulla retroattività della legge; sul trattamento molto meno severo previsto per i parlamentari rispetto agli amministratori.
Superato il secondo step, la poltrona di vice affidata al fedelissimo Fulvio Bonavitacola almeno fino alla sentenza di ottobre, De Luca sarà domani a Roma a palazzo Chigi per discutere del problema dei rifiuti in Campania, dopo la multa inflitta dall’Ue la scorsa settimana. La discussione però potrebbe spostarsi anche sulla nomina del commissario per Bagnoli che, in base allo Sblocca Italia, va fatta dopo aver sentito (anche) il governatore.
Un anno fa, il 14 agosto, Matteo Renzi si presentò a Napoli per firmare l’Accordo di programma che avrebbe dovuto mettere in moto la riqualificazione dell’area industriale partenopea dismessa e, per la magistratura, mai veramente bonificata. A settembre però arrivò lo Sblocca Italia: una dichiarazione di guerra all’amministrazione comunale, estromessa dalle decisioni urbanistiche, tutte in capo al commissario e al soggetto attuatore. Una sorta di via libera ai privati, saltando enti locali e soprintendenze. Da allora più nulla a parte le polemiche, la minaccia di ricorso al Tar del sindaco Luigi de Magistris e gli annunci di commissari mai arrivati.
Martedì sera però qualcosa si è mosso. Nel decreto Enti locali, tra gli emendamenti introdotti, ce n’è uno per Bagnoli: il commissario straordinario potrà essere scelto «tra persone, anche estranee alla pubblica amministrazione, di comprovata esperienza gestionale e amministrativa». La modifica apre la strada alla possibilità di introdurre nel decreto un compenso per il manager prescelto (nello Sblocca Italia l’incarico è gratuito), risolvendo uno dei motivi dei tanti rifiuti collezionati da Renzi. Restano però da sciogliere i nodi relativi alle competenze, visto che i suoli sono della Bagnolifutura (che è fallita) e sotto sequestro del tribunale di Napoli.
De Magistris è pronto a dare battaglia e i legali del comune hanno già stilato il ricorso al Tar del Lazio. Renzi, a sentire le voci che girano, sarebbe intenzionato a mettere da parte la diplomazia soprattutto se alla fine dovesse nominare commissario Salvo Nastasi. Il potente direttore dello Spettacolo dal vivo del Mibact, molto vicino a Gianni Letta e Denis Verdini, è anche amico dell’attuale sindaco di Firenze Dario Nardella e, pare, nell’ultimo anno ha anche conquistato la fiducia del premier. Ci sarebbe un rapporto diretto e un mandato preciso dietro la scelta di Nastasi nonché la volontà di sfidare de Magistris, con cui Nastasi si è scontrato più volte sul San Carlo.
La decisione non è stata ancora presa, così potrebbe anche arrivare la nomina di un manager meno legato ai palazzi romani, come Dario Scalella (gradito a Renzi, ha guidato per un breve periodo e con buoni risultati la holding comunale Napoli Servizi) oppure affidare l’incarico direttamente a De Luca, lasciandogli il ruolo di pontiere con il sindaco.
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