A volte le retrospettive dei festival propongono i film piu «nuovi», quelli che restano vivi anche dopo 30/40 anni, come Jules e Jim di Truffaut (1962), Strawberry Statement ovvero Fragole e sangue (1970) e Furyo di Nagisha Oshima (1983), tutti e tre colonne sonore memorabili.
JULES ET JIM
Jules e Jim, tratto da uno scandaloso romanzo di Roché che mia madre teneva nella libreria del salotto per allontanarci dalla tentazione di leggerlo, ha al centro il triangolo amoroso dell’austriaco Jules e il francese Jim con Catherine, una Jeanne Moreau strepitosa, sensuale e spregiudicatamente ironica. Questo amore complicato sullo sfondo della prima guerra mondiale e del difficile dopoguerra, viene raccontato da una voce fuori campo che mantiene la letterarietà dell’origine, ma la contrasta con la libertà visiva ed emotiva della corsa del terzetto sul ponte, con la Moreau vestita da ragazzo e i baffi disegnati col nerofumo, o della biciclettata a tre e dei loro tuffi in mare, esprimendo una vitalità rafforzata dai frammenti di verità che Truffaut l’anarchico elargisce a piene mani.
Il tutto pienamente espresso nella canzone Le Tourbillon, nel perdersi e ritrovarsi e ritrovarsi ancora nel turbine della vita, in un vortice dinamico quanto profondamente malinconico, nella magia di una Nouvelle Vague appena inventata e che aveva già il suo classico.
FRAGOLE E SANGUE
Fragole e sangue di Stuart Hagman imperversava nei cineforum degli anni Settanta, perché raccontava la ribellione degli studenti americani, ma noi cinefili lo snobbavamo a favore di Zabriskie Point o altri film impegnati che ora troveremmo noiosi. A rivederlo oggi invece era stilisticamente un film innovativo, con un uso intelligente della colonna sonora, con tanto Neil Young e The Circle Game (di Joni Mitchell) cantata da Buffy Saint-Marie, nei titoli di testa, ad aprire il tema del cerchio ripreso dalla giostra e in vari momenti del film, incluso il finale in cui gli studenti in cerchio cantano e ritmano con le mani sul pavimento Give Peace a Chance.
Girato a Berkeley, il film uscì pochi giorni dopo l’uccisione di quattro studenti durante la repressione a Kent State Ohio, al punto che molti hanno ritenuto che alcune parti fossero documentarie.
Il montaggio formalista («alla sovietica») associa il motivo del cerchio all’innamoramento del qualunquista Simon per la bellicosa Linda, ai movimenti di macchina o alle strutture architettoniche nelle quali avviene la «presa di coscienza» del ragazzo dal cinismo iniziale al coinvolgimento nel sit-in finale. In questa drammatica lunga sequenza, che rese il film famoso, la polizia circonda la sala dove i ragazzi stanno inscenando il sit-in e li aggredisce col gas lacrimogeno e con pesanti manganellate, dietro a una bandiera americana stracciata e offuscata da un gas, che ricorda inevitabilmente il Vietnam.
FURYO
Furyo, ovvero Merry Christmas Mr.Lawrence ha un casting davvero imprevedibile: David Bowie al massimo della sua forma fisica, prigioniero di guerra dei giapponesi, ovvero dell’altrettanto strepitoso Ryuichi Sakamoto, musicista qui nel ruolo dell’idealista e omosessuale capitano Yonoi, e autore della famosissima colonna sonora; Takeshi Kitano, allora noto come comico tv, interpreta il sergente Hara.
Il film mette a confronto due culture – gli inglesi-australiani prigionieri e i giapponesi loro custodi, affrontando il tabu dell’omosessualità in divisa ma soprattutto il senso dell’onore, diverso al punto che per i giapponesi piuttosto il karakiri che la prigionia. Quando Bowie-Celliers bacia sulle guance Sakamoto-Yonoi lo fa svenire – un turbamento condiviso probabilmente da spettatori in estasi davanti all’accoppiata stellare.