Il corpo di Davide Bifolco è tornato nel suo quartiere per un giorno. Stamattina si terrà il funerale del ragazzo del Rione Traiano che a fine mese avrebbe compiuto diciassettenne anni, morto per il colpo partito dall’arma di ordinanza di un carabiniere. Ieri la procura ha dissequestrato la salma così la famiglia ha potuto portare la bara bianca nella chiesa Maria Immacolata della Medaglia Miracolosa, la parrocchia proprio di fronte casa. La camera ardente è stata spostata dal circolo dedicato alla Madonna dell’Arco al teatro all’interno della chiesa. I parenti e gli amici più stretti hanno atteso l’arrivo del feretro, accolto da un lungo applauso, per poi chiudersi nella sala per la commemorazione privata, chiedendo silenzio e rispetto a giornalisti e telecamere. Tolte le poltroncine, la sala ospitava un semplice struttura su cui è stata posata la bara aperta, il viso coperto da un velo e la luce delle candele ai lati, ai piedi del feretro fiori bianchi e lo striscione «Non si spegne il sole se gli spari».

Nel recinto della chiesa i ragazzi del quartiere: qualcuno ha la maglietta bianca con la scritta «Davide vive», altri hanno la cintura di cuoio che si indossa per portare i gonfaloni delle confraternite religiose. I negozi disseminati lungo il colonnato prospiciente la parrocchia hanno la saracinesca abbassata in segno di lutto. La paninoteca dove Davide si fermava con gli amici affida il proprio saluto al gesso sulla lavagna del menù: «Non è morto un amico ma un figlio». I commentatori non hanno perso l’occasione per leggerci le solite teatrali ‘lacrime napulitane’ ma la verità è che nel rione si nasce e si vive, i rapporti umani sono stretti e il lutto della famiglia Bifolco è il lutto di tutti. Se non è vissuto in un composto interno borghese non vuol dire che il dolore non sia vero.

Fuori il cielo si chiude, si scatena un acquazzone. La madre di Davide si sente male, la portano all’esterno per un bicchiere d’acqua, il padre Gianni accanto alla bara parla con il figlio: «Non litigare con nessuno ora che arrivi là, fai il bravo. Appena arrivi tu, esce il sole». E ancora «Portategli le scarpette da calcio, deve giocare a pallone».

Intanto l’avvocato dei Bifolco, Fabio Anselmo, anche ieri ha ripetuto: «Non è importante sapere perché Davide scappava ma perché e come il carabiniere ha sparato». Gli amici fuori si lasciano andare all’amarezza: «Non si vede nessuno dai palazzi degli enti pubblici, manco un assessore, si vede che non siamo un quartiere alla moda. Soprattutto non si vede nessuno dei politici di centrodestra e centrosinistra che a ogni elezioni ci manda qualcuno con i facsimile delle schede elettorali. Adesso non si ricordano di noi».

Non si sono ricordati di loro neppure al momento di stilare il nuovo piano per Bagnoli, ideato dal governo Renzi, praticamente il quartiere successivo al Rione Traiano. I palazzinari sono in attesa di mettere le mani sui suoli vista mare, il territorio alle spella fanno finta che non esista, basta l’arteria a scorrimento veloce e puoi allontanarti senza posarci lo sguardo.