Non era solamente un musicista, Daevid Allen, morto dopo una lunga malattia a 77 anni. Performer dalle incredibili capacità sceniche, cantante, poeta visionario e per gli amanti del rock, una delle figure fondamentali del progressive prima come fondatore dei Soft Machine e in una fase successiva e ben più duratura con i Gong. In un obituary apparso sul Guardian la sua musica viene definita come un incrocio fra: «Sun Ra che incontra Vivian Stanhall (cantante e pittore inglese, ndr) e una punk band». Nato a Melbourne nel 1938, Allen si appassiona subito alla musica influenzato dal talento pianistico del padre, folgorato dall’ascolto di Sun Ra prende lezioni di chitarra jazz e come altri giovani dell’epoca, subisce l’influsso della Beat generation, che scopre mentre sta lavorando in una libreria.

Nel 1960 si imbarca per l’Europa facendo tappa a Parigi dove – leggenda vuole – dimora in una stanza lasciata libera da Allen Ginsberg e Peter Orlovsky. Si barcamena tra piccoli lavori precari facendo incontri fondamentali, come quello con il compositore Terry Riley e subito dopo parte per l’Inghilterra, dove conosce William Burrough e fonda la sua prima formazione, un trio dalle vistose reminescenze free e più di un debito verso Sun Ra, caratterizzata da interventi di poesia. Una vita sempre più avventurosa lo conduce a Maiorca e qui incontra Kevin Ayers. Insieme convincono un ricco americano a finanziare un loro progetto, si chiudono in uno studio di Canterbury e iniziano a provare. Nascono i Soft Machine, ovvero la rock band «ponte» fra psichedelia, progressive e jazz che rivela i talenti di Allen, di Robert Wyatt e Kevin Aywers. Sempre un passo avanti, Allen resiste nella formazione lo spazio di un album, il folgorante Soft Machine (1968) sostituito alla chitarra da Hugh Hopper.

SoftMachineRobertWyattDaevidAllenKevinAyersandMikeRatledge

E si apre l’avventura con i Gong, «frutto» della residenza forzata di Allen costretto a rimanere a Parigi perché il suo visto è scaduto. Siamo in pieno ’68 e Allen si ritrova in mezzo alle proteste a cui partecipa attivamente e insieme a Gilli Smyth, la sua compagna, e Didier Malherbe dà vita ai Gong. Due anni dopo ecco il primo storico album: Magick Brother, a cui collaborano ospiticome il contrabbassista free Barre Phillips. La definizione del sound della band: atmosfere spaziali, improvvisazioni free, melodie legate alla scuola di Canterbury trova una sorta di apoteosi nella trilogia space rock cosiddetta della «teiera volante»: Radio Gnome part 1: Flying teapot e Radio Gnome Invisible part 2: Angel’s egg, entrambi pubblicati nel 1973, che si completa un anno dopo con il live You. Quasi un collettivo più che una band, i Gong si rimaterializzeranno in più fasi nel corso degli anni. A fine settanta Allen si unirà poi con Bill Lasswell nell’ensemble dei New York Gong, influenzati dal punk. Poi a prevalere con una lunghissima serie di estenuanti tour, l’attività con i Gong.