Una sana e robusta miscela di rhythm & blues della vecchia scuola a tenere alte le battute al momento giusto, atmosfere jazzate a rendere alcuni passaggi più languidi e blues torbido e profondo per donare pathos e solennità. Così Nick Waterhouse fa suonare il suo quarto e omonimo disco. Smaccatamente derivativo di una età aurea lontana anni luce certo, eppure il lavoro mostra carattere. Si ascolta facile sia quando le acque del Mississippi sono prossime (Which Was Whit), che in sfrenate danze da sabato notte (Wreck The Rod). Manca un singolo di spessore, ma non di sole hits vive una band.