Le strane parole di Danza urbana potrebbero rimandare a una sorta di ossimoro, in quel dispiegarsi fra il calore del corpo in movimento e il freddo della pietra, richiamato dalla dimensione urbana. A Bologna invece è un festival che festeggia il quarto di secolo di vita sotto la direzione di Massimo Carosi, raccogliendo alcuni dei migliori nomi della coreografia nazionale e non solo. Vuol dire portare la danza nei luoghi pubblici, le piazze e i palazzi storici ma anche gli spazi da rianimare delle periferie. E viene naturalmente in mente lo «spazio vuoto» evocato da Peter Brook in un libro...