La situazione è tale che dall’Onu hanno sentito il dovere di intervenire verso il governo danese. «Le persone che hanno sofferto per scappare dalla guerre… devono essere trattate con compassione, rispetto e secondo tutte le norme stabilite nella convenzione sui rifugiati», ha detto il portavoce dell’Onu, Stephane Dujarric.

Il riferimento è alla legge anti-migranti approvata ieri dal parlamento di Copenhagen e che prevede la possibilità di confiscare ai migranti denaro e oggetti di valore per pagare le spese per il loro mantenimento nel Paese.

Il pacchetto di misure – che ha suscitato indignazione sia in Danimarca che a livello internazionale, ma che ricorda anche i periodo più bui vissuti dall’Europa – è stato approvato con 81 voti a favore e 27 contrari.

La proposta del governo liberale di minoranza aveva l’appoggio dei tre alleati di centro-destra, nonché del Partito socialdemocratico. Una trentina le misure contenute nel pacchetto. La confisca dei beni dei richiedneti asilo è già praticata in Svizzera e negli Laender tedeschi di Baviera e Baden-Württenberg.

Nella versione finale del testo, sono esclusi dalla possibilità di confisca gli oggetti «di valore affettivo speciale» ed è stato triplicato a 10mila corone danesi (pari a circa 1.340 euro) il valore minimo di denaro e beni a partire dal quale è possibile sequestrare (inizialmente il tetto minimo era stato fissato a 3mila corone).