Danilo Dolci poeta, sociologo, attivista della nonviolenza ed educatore, ha dedicato la vita all’impegno politico e sociale. La sua lunga ricerca giunge dopo analisi e denunce dei mali del suo tempo, a consegnare al futuro uno «strumento» capace di far dialogare culture diverse, a dare forza e potere alle nuove generazioni, autonomia di giudizio a ciascuno; uno «strumento» che educa alla convivenza pacifica, all’ascolto, alla comunicazione e alimenta negli studenti la curiosità epistemica favorendo l’apprendimento, perché la conoscenza aiuta ad essere liberi, oggi più che mai, dove ciascuno deve essere paralizzato nel suo essere vivente, per poter agire unicamente come schiavo dei consumi seduto davanti ad un computer.

Questo «strumento» così potente, inclusivo e partecipativo che ancora oggi in troppo pochi conoscono e utilizzano nelle scuole per far crescere e ovunque vi sia la volontà di costruire insieme, si chiama: Struttura Maieutica Reciproca. Per celebrare il centenario della sua nascita, ho ritenuto importante dare ancora voce, attraverso le mie domande, alle sue parole che restituiscono una visione così tanto profonda e innovativa da essere ancora attuale, e traendo, spero maieuticamente, le risposte dai suoi ultimi libri scritti:

Perché l’ingegneria del consenso, manipola il significato delle parole?
Per riuscire a comunicare occorre sapere di che si parla. La confusione, molte volte astuta, impedisce la comunicazione… Non si tratta di dogmi. Se una chiama un tavolo, e l’altro il tavolo serpente o forbice e così via, impossibile è un rapporto civile. La babele causa il collasso di un sistema sociale… Anche la lingua, abilmente manipolata, può divenire occasione di penetrazione virale, strumento di dominio… Consentire o no, distinguere il più vero dal meno vero o dal falso, non è solo operazione linguistica.
In tutte le implicazioni anche economiche il falso e l’inquinante ritardano e, talora, bloccano la vita; per guarire, quando si riesce, occorre la fatica di anni, secoli.

Cosa è il dominio?
La malattia del potere, la malattia della forza, l’uso insano della forza e del potere sono appunto violenza, dominio, dispotismo. Non si può realizzare una società civile senza imparare a distinguere forza-potere da violenza-dominio…Imparare a esprimere il potere personale è per ognuno un bisogno, pratico e intimo, a diversi livelli, connesso all’esigenza di essere creativo.

Il potere ha un valore positivo?
Il potere (nel senso di essere capace di, capacità di azione) in sé non è affatto negativo: la sua carica positiva – l’intuizione etica avverte – dipende dalla sua capacità di aprirsi a comunicare. Sovente nelle più fonde intuizioni religiose, vero potere risulta l’amore. Il potere si distingue, purificandosi, dal dominio, abuso di potere…Il potere personale o di gruppo Quando pretende sottomettere l’altro, diviene dominio… Correggersi dalla losca confusione fra potere e dominio non finisce mai.

Quali altre parole è urgente riconoscere?
Oggi più che mai saper distinguere trasmettere da comunicare è operazione non solo mentalmente essenziale alla crescita democratica del mondo: la creatività di ognuno, se valorizzata comunitariamente, acquista un enorme potere ora per massima parte sprecato…Occorre il coraggio, non solo intellettuale, di chiamare comuni-cazione soltanto un sistema in cui ogni partecipante coinforma e corrisponde.

Quali sono le differenze tra trasmettere e comunicare?
Mentre il trasmettere può essere violento o nonviolento, inquinante o no, il comunicare essenzialmente è sincero e nonviolento, pure quando conflittuale. Mentre esiste un trasmettere che tende al comunicare (ad es. la domanda, la proposta d’amore), un rapporto esclusivamente e continuativamente unidirezionale tra una persona e un’altra, tra una persona ed altre, nel tempo risulta – di fatto – violento…Una malattia ci intossica e impedisce: la vita del mondo è affetta dal virus del dominio, pericolosamente soffre di rapporti sbagliati.

In quale modo il virus del dominio ci ammala?
Il rilassarsi degli inconsci schiavi combinato all’inoculante armarsi di chi domina, ormai guasta il mondo. Non poter esprimersi, non poter comunicare, ammala, uccide…In questa epoca si insalda nel mondo la tendenza per cui, con l’impiego strategico di potenti quanto sottili strumenti unidirezionali pochi gruppi di scaltri guidano colonizzando l’esistenza delle maggioranze rendendole passive, succubi. Questo dominio parassitario, antica malattia virale rimodernata, sta ora investendo prestigiosamente non soltanto gli uomini ma tutta la natura…Insano è frodare, ma anche lasciarsi parassitare, divenendo complici. L’adeguarsi all’ordine del dominio implica sia la responsabilità del dominatore che quella di chi si
lascia dominare…Occorre analizzare come siano strettamente correlati un certo dominio industriale-parassitico inquinante, l’inoculazione dottrinaria-pubblicitaria, il disastro ecologico, un falso o gretto comunicare malgrado le tecniche sofisticate, il disorientamento di tanti giovani, lo svanire di tante energie nella droga, nel sempre più frequente suicidio… Disintegrare individualità comporta suicidi…Ci si attarda a tamponare gli effetti, invece che intervenire sulle cause…
Osservare, e osare la diagnosi, è il primo operare: la diagnosi prepara al cambiamento. Tanto più quando la vecchia cultura stima lo strazio della guerra come inevitabile soluzione dei più gravi problemi.

Perché anche la scuola può essere strumento di dominio?
Tra i muri della scuola in cui manchi l’educatore autentico, si trasmettono dati, tecniche, ma la conoscenza è un processo che ognuno deve ricrearsi e comparare nel rispetto del senso critico: se l’insegnante inculca, ammaestra ed esamina, non cresce il dialogo della ricerca, nemmeno ci si conosce. Quando una scuola pretende insegnare valori mentre praticamente li rinnega, invece di favorire in ognuno un coerente
rapporto critico verso il mondo in cui viviamo, questa scuola corrompe, ammaestrando all’ipocrisia…Se si osservano attentamente le maggiori sofferenze nelle scuole di ogni parte del mondo, le più gravi difficoltà alla crescita dei giovani, si può rilevare una costante: i giovani non vi imparano né a comunicare davvero né a esercitare il proprio potere. Imparano usualmente a divenire esecutori.

Che cos’è il rapporto strutturale maieutico?
La scienza-arte di interpretare e favorire dal profondo il crescere è il processo strutturale maieutico. In varie centinaia e centinaia di seminari nelle più diverse parti del mondo, per decine di anni, abbiamo collaudato come ognuno – nel gruppo elementare – arriva a crescere identificandosi. La struttura maieutico-reciproca riesce a far crescere la qualità conciliando diversità e unità, cooperare e nonviolento competere… Non possiamo creare un nuovo mondo senza educarci nel comunicare. Gli esperti di maieutica non tirano fuori ma delicatamente interpretano e aiutano gli aneliti a esistere delle nuove creature. …La relazione comunicativa è implicita alla struttura maieutica. Sempre il comunicare è attento all’altro. Ma il comunicare del rapporto maieutico è più attento al potenziale crescere evolutivo di ciascuno: vi è viva un’attenzione più profonda e più complessa. L’onestà del maieuta non è quella passiva, dello specchio: cerca di interpretare e far emergere quanto di meglio pulsa in sé e negli altri…

La pratica rispetta il già trascorso e incallisce l’abitudine vincente. Ma in genere l’esperienza cerca di appurare l’ancora sconosciuto.. Sapere concretare l’utopia chiede, col denunciare, un annunciare capace di lottare e costruire frontiere che valorizzino ognuno: l’educazione è rivoluzionaria se si matura
valorizzatrice, dunque maieutica.