Alla fine la Questura di Roma ha fatto marcia indietro. Oggi non ci saranno solo i forconi in piazza, ma sfileranno anche migranti e movimenti per il diritto all’abitare in occasione della «Giornata Mondiale per i diritti dei migranti e dei rifugiati». L’appuntamento è alle 16,30 in Piazza dell’Esquilino. Il corteo arriverà nella centralissima Piazza Indipendenza, vicino alla stazione Termini, dove si trova il palazzo della Marina Geografica, uno stabile enorme occupato nello scorso ottobre da centinaia di richiedenti asilo etiopi ed eritrei. Il movimento chiede la chiusura di tutti i Centri di identificazione ed espulsione (Cie); cancellare la Bossi-Fini ma senza tornare alla Turco-Napolitano; una legge organica sul diritto d’asilo e il diritto alla casa e all’abitare.

Nell’atmosfera schizofrenica che si respirava ieri a Roma, dove il ministero dell’Interno e le istituzioni capitoline erano ancora impegnati a capire cosa davvero accadrà in Piazza del Popolo, luogo prescelto per il presidio dei «forconi», era alta la preoccupazione sulle eventuali frizioni con la piazza della «Roma meticcia». «Non potevamo fare nessun passo indietro – spiega Irene dei Blocchi Precari Metropolitani (Bpm) – perché avremmo dovuto accettare di non sfilare dopo mesi di intense mobilitazioni». Inizialmente si era pensato di limitare anche questa manifestazione ad un «presidio statico», lasciando nei fatti tutto il palcoscenico ai forconi che fino ad oggi hanno mantenuto un presidio in piazzale dei Partigiani. «Una piazza – continua Irene – fino a oggi fatta da poche decine di persone e animata da organizzazioni di estrema destra». I movimenti per la casa, da tempo saldati con quelli dei migranti di seconda generazione e con chi è emigrato dopo le primavere arabe, non lo hanno accettato e si sono conquistati il diritto a manifestare. «Non bisogna lasciare spazio a chi da destra prova a strumentalizzare l’impoverimento e la rabbia – aggiunge Irene – come non si può accettare che si trattino i movimenti sociali». Quella dei movimenti per il diritto all’abitare è un’agenda fitta. Domani è prevista una mobilitazione in Prefettura dove incontreranno il prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro. Sul tavolo c’è il problema delle residenze e del diritto d’asilo.

Mobilitazioni per i diritti dei migranti sono previste oggi anche a Mineo, in Sicilia, dov’è sorge il Centro d’accoglienza per richiedenti asilo (Cara) più grande d’Europa. I comitati intendono manifestare contro il sistema dell’accoglienza che diventa un’occasione di business per chi riceve gli appalti di gestione, trasformandoli in luoghi di segregazione. «Con la metà del denaro pubblico dilapidato a Mineo si sarebbero potute accogliere, moltiplicando i progetti per il Servizio di Protezione Richiedenti Asilo e Rifugiati e altrettante persone in piccoli e medi paesi – scrive la rete dei promotori composta tra gli altri dalla Rete Antirazzista Catanese,dal Comitato di base NoMuos/NoSigonella e dal Teatro Pinelli Occupato di Messina – Molti richiedenti asilo (attualmente ve ne sono oltre 4 mila) attendono l’esame della richiesta da oltre un anno e le condizioni sono sempre più invivibili».

Un’altra manifestazione è prevista a Bologna alle 18 per chiedere la definitiva chiusura del Cie di via Mattei. Anche questa iniziativa si inserisce nel percorso di avvicinamento verso il meeting dal 31 gennaio al 2 febbraio 2014 per scrivere la «Carta di Lampedusa» sull’isola siciliana. Un incontro organizzato da decine di movimenti e reti europee e nordafricane. «Questa mobilitazione ha un carattere europeo e si oppone al sistema Frontex, al trattato di Dublino II sul diritto d’asilo – afferma Giansandro, attivista di Esc_Infomigrante- Oggi in Italia e in Europa esistono migliaia di persone che si sono impegnate per cambiare un meccanismo che produce morti in mare e trasforma in cittadini di serie B chi riesce a scavalcare le mura della fortezza Europa».