Per Storie della Tv, la serie di Rai cultura in onda su Rai storia con la consulenza di Aldo Grasso, stasera alle 21.10 va in onda una puntata speciale in prima visione dedicata all’evoluzione della «tv delle donne» dagli anni ’50 ad oggi. La riforma Rai del 1975 – con due reti e due testate in concorrenza – porta, nella Seconda Rete, alla nascita della Struttura 5, diretta da Marina Tartara, completamente dedicata alla questione femminista. La produzione di programmi come Marisa della Magliana, su una ragazza madre, e la rubrica come Si dice donna (1 febbraio 1977, autrice Tilde Capomazza) contribuisce a far sì che la Struttura 5 abbia un proprio spazio nel palinsesto della Rete 2.

DAGLI SPAZI ristretti riservati alla donna nei primi anni della televisione – con l’eccezione di Franca Valeri , attrice-autrice nel ’57 è protagonista in tv con Nilla Pizzi in La regina ed io, sorta di varietà «al femminile». Nel ’59 è mattatrice in Le Divine, e per tutti gli anni ’60 anima con le sue donne gli show del sabato sera. Passando per Enza Sampò, che dopo l’esperienza a Campanile Sera, nel 1964 inizia la conduzione di un programma dedicato alle donne, Cordialmente: un settimanale con spazi dedicati alle lettere degli spettatori e servizi filmati, come quelli di TV7. Gli anni ’80 vedono altre novità: al Tg2 fanno capolino molte giovani conduttrici anche nell’edizione serale (la prima fu Piera Rolandi nel 1980). Con il cambio di direzione della Terza Rete nel 1987 si affacciano le «ragazze di Serena Dandini con la prima stagione de La tv delle ragazze, registrata a Torino. Ne seguirà una seconda, poi il curioso Scusate l’interruzione e le tre edizioni di Avanzi.
Le «ragazze» sono trentenni consapevoli di sé, fanno satira di costume e soprattutto politica, in una fase storica di «ritorno al sociale». Trent’anni dopo festeggiano in – ma c’è troppa malinconia – con gli Stati Generali.