Rispondendo alle domande dell’Huffington Post, Luigi Di Maio rivendica la primogenitura della politica del governo sull’immigrazione. «Fui io stesso a sollevare un anno fa la questione delle Ong. Stiamo andando avanti compatti su questo tema», dice il vicepresidente del consiglio sottolineando il pieno consenso della sua parte politica alle misure contro i salvataggi in mare proposte dal suo pari grado e ministro dell’interno Matteo Salvini. La tattica giallo-verde si inceppa nello scenario europeo: a rifiutare qualsiasi approccio solidale sull’accoglienza ci sono anche i paesi dell’Europa dell’Est, spesso presi a riferimento dai leghisti. In queste contraddizioni si incunea il presidente della camera Roberto Fico, ieri a Napoli per un convegno su camorra e criminalità minorile. «Dobbiamo ridiscutere il regolamento di Dublino con la Francia e con la Germania, mettendo fuori le posizioni estreme di Orban che non vuole le quote», dice Fico.

Dunque, il grillino che siede sullo scranno più alto di Montecitorio puntella le posizioni del governo. Se e come le sue esternazioni e i malumori grillini troveranno compiuta forma politica è oggetto del futuro prossimo. Che riguarda l’avvio delle attività delle camere e anche la copertura delle cariche ancora da assegnare. Sempre Fico, nei giorni scorsi aveva sollecitato i partiti, e soprattutto la maggioranza, a trovare un accordo per la composizione delle commissioni in modo che i lavori del parlamento possano partire a pieno regime. Quell’accordo è ormai fatto. Tra gli altri, in lizza per la presidenza della commissione ambiente Paola Nugnes, la senatrice 5 Stelle che nei giorni scorsi più di altri ha sottolineato il suo dissenso dai vertici. Il suo collega Nicola Morra twitta polemicamente il testo del primo comma dell’articolo 3 della Costituzione, quello che sancisce l’eguaglianza di tutti i cittadini «senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali».

Morra, eletto in Calabria e volto noto fin dalla scorsa legislatura, è rimasto fuori dalla compagine di governo e sottogoverno, pare per le sue posizioni non allineate. «Intere regioni del sud Italia, quelle cioè che hanno votato M5S in massa, non sono rappresentate tra ministri e sottosegretari», si lamenta un eletto che riferisce del malumore nei gruppi. Su Mezzogiorno e poltrone attacca anche Luigi Gallo, parlamentare vicino a Fico. Nel mirino del deputato c’è la nomina di Pina Castiello a sottosegretaria alla presidenza con delega al sud. Castiello adesso è leghista, ma viene da Forza Italia. È considerata vicina al berlusconiano Nicola Cosentino, condannato per concorso esterno in associazione camorristica. Attacca Gallo: «Non è un buon segnale aver nominato una figura politica che negli anni ha stretto e mantenuto legami, istituzionali o meno poco importa, con quella classe dirigente che ha rappresentato i mali dei nostri territori: illegalità, corruzione e criminalità organizzata».