Una ragazza va ogni giorno a fare la sauna passando davanti ad altri nuotatori di una piscina, misteriosa e chiusa nel suo mondo: ha gli occhi acquosi, di un verdolino chiaro: è una non umana, una ninfa che fila, intrecciando anche capelli e intestini, se la notte qualcuno dimentica il fuso con scampoli di gomitoli.

UN BAMBINO RISCHIA di essere rapito dalle laumès e al suo posto, nella culla, si trovano rametti pullulanti che non tardano trasformarsi in lombrichi. In un deposito di filobus giace a terra il cervo dalle nove corna, figura magica dei boschi lituani, ferito a morte ma pronto a riprendere forze grazie all’amore di due bambine e al potere del fieno miracoloso che si mette sotto la tovaglia durante la Vigilia di Natale. Poi ci sono rospi-streghe che nella notte rubano il latte: sarà il piccolo Ugnius, l’unico abitante ad accorgersi di lei.

Ma l’«apparizione» più inquietante è quella di Simas, morto a 14 anni di Adele, che improvvisamente comincia a comunicare con la sorellina tramite una sfilza di sms che partono da un telefono dismesso, riposto in un cassetto. Chiede che nessuno pianga più per lui perché la leggenda vuole che, nell’aldilà, i defunti siano in grande disagio, bagnati fradici dalle lacrime altrui. La scrittrice lituana Kotryna Zyle consegna una raccolta di dieci racconti in cui mescola i suoi ricordi d’infanzia (quando suo padre le narrava storie da brivido) alla mitologia baltica, riportando in vita nei nostri giorni antichi personaggi delle saghe nordiche.

Storie quasi di paura (edito da Emons, le sue pagine sono anche «parlanti», inquadrando il qr code, pp.176, euro 13,50, traduzione Adriano Cerri) è un libro perfetto per affrontare Halloween, anche se non è popolato di zucche, scheletri o vampiri. S’inoltra invece nelle credenze e tradizioni della notte di san Giovanni, del giorno dei morti, dell’arrivo inesorabile di Giltine, bianca anziana avvelenatrice con la sua lingua biforcuta che punge e non dà scampo. Le fiabe, inframmezzate da quelle del padre dell’autrice, sono di una poesia che fa gelare il sangue.

I PURISTI DI HALLOWEEN, quelli che si aspettano le figure di rito, possono leggere anche Storie da paura, un’antologia a più voci a cura di Manlio Castagna (disegni di Sabina Sodaro, Gallucci editore, pp. 270, euro 14,90) in cui diversi scrittori e scrittrici – da Baccalario a Gozzi fino a Ferrara, Sgardoli, Magnone, Florio e Torchia – si sono cimentati in racconti spettrali, sbarcati nei campi di sorgo custoditi da macabri spaventapasseri, dove non c’è nessun lieto fine possibile.

Sdoppiamenti di personalità, incubi che si impastano con la realtà, demoni evocati per gioco, corpi in cripte nell’ossario. Qui, i curiosi vanno a guardare quel disfacimento eterno, senza sapere di essere a loro volta osservati. Fino a quando la bella Marty rimarrà chiusa dentro quel luogo fatale. Lo scheletro di una ragazza, morta azzannata da un lupo molti anni addietro, la vorrebbe come amica, ma per stare insieme Marty dovrebbe abbandonare il mondo dei vivi…

INFINE, fra gli atlanti immaginari che da anni la casa editrice Giralangolo fa circolare fra gli scaffali più seducenti, c’è anche, fresco di stampa, l’Atlante dei mostri e degli spaventi, a cura di Anselmo Roveda (illustrazioni di Marco Paci, pp. 66, euro 20). La scelta geografica delle narrazioni «horror» che esplorano il lato oscuro della vita conduce questa volta nei paesi e nei mari del terrore, facendo omaggio al principio della meraviglia: c’è il magnifico racconto Il lupo di Guy Maupassant e la donna di picche di Puskin, fino alla ragazza giapponese senza volto di Lafkadio Hearn e il francese Barbablù. Per l’Italia, si fa la conoscenza dell’uomo delle alghe, che dicono viva nel Mar Ligure. Calvino lo sapeva bene