Sotto un cielo celeste dove un transito di nuvole rosa si muove lento in una chiara luce che si fa giallina all’orizzonte, in lontananza si susseguono calanchi bruciati, una vasta terra inaridita che non darà più frutti. In primo piano, su un tappeto di pietre, giacciono accatastati i corpi dei morti, alcuni mutilati, altri per sempre immobili nei gesti disperati dello strazio supremo. Neri corvi se ne cibano, gracchiano, le ali aperte ad aiutare la presa degli artigli e la precisione dei rapaci colpi di becco. Dalla pietraia, tra i sassi, si levano tronchi combusti che con i rami spezzati...