La grande stagione del romanzo modernista ha affermato che è inutile stoccare il tempo in comparti, isolare ciò che è passato da ciò che è invece presente o futuro. La coscienza fa mulinelli di vento, porta polvere di tempo dove le pare. Nell’indimenticabile finale dei Morti di Joyce, Gabriel Conroy guarda sua moglie addormentata, mentre fuori nevica, ma quel che vede è il fragile Michael Furey, che lei amò in giovinezza e che nel pieno di quella giovinezza morì. È così che Gabriel Conroy si accorge, per via epifanica, di quanto basso sia il gradino del podio sul quale è...