Nel giorno in cui le sinistre di tutti i tipi manifestano in diverse forme a Roma, c’è un popolo che si riunisce in piazza San Giovanni, luogo che fu simbolico e che oggi spesso è destinato ad altri eventi. Qui, nel gennaio del 2016 si celebrò il Family Day. «Ma il vero popolo della famiglia siamo noi», dicono dal palco quelli del movimento che per brevità chiameremo No Vax.

SI BATTONO CONTRO i vaccini e la legge della ministra della salute, l’odiatissima Lorenzin, che ne sancisce l’obbligo. Si ritrovano in centinaia, forse arrivano a duemila. Si aspettavano di essere più numerosi, e siccome non esistono sovrastrutture comunicative la delusione un po’ traspare. Ma sono la parte visibile di un movimento reale. Vengono praticamente da ogni parte d’Italia, soprattutto giovani genitori con figli al seguito che sfidano l’allarme maltempo.

Qui cinque anni fa si concluse la campagna elettorale che preparò il boom del Movimento 5 Stelle: adesso invece del coro grillino «O-Ne-Stà» risuona l’urlo «Li-Ber-Tà» . Se uno vuole capire come mai in questa campagna elettorale si è parlato dell’inesistente pomodoro Pachino coltivato in Camerun che starebbe invadendo i nostri mercati deve venire qui, dove la leggenda nera dei vaccini obbligatori frutto di esperimenti che ricordano quelli del dottor Mengele all’epoca del nazismo (storia sentita davvero tra un intervento e una testimonianza) trova terreno fertile. N

on sono solo canzonette e fake news, si tratta di veri e propri mondi paralleli che nella crisi della rappresentanza si compongono e producono aggregazione e organizzazioni di nuovo tipo.

[do action=”citazione”]«Finalmente facciamo comunità», si dicono a più riprese. Siamo davanti alla costruzione di un piccolo popolo, la punta dell’iceberg alla deriva nel mare dell’antipolitica.[/do]

È UNO STRANO POPOLO, quello dei No Vax, difficile da incasellare. L’osservatore ortodosso rimarrebbe spaesato. Perché questa gente, come è accaduto per tutti i fenomeni che si sono fatti avanti in questi anni, usa linguaggi sincretistici e trasversali: ci sono tricolori e bandiere della pace, leoni di San Marco e ghigliottine, naturisti e integralisti, cospirazionisti e antiautoritari. Dicono di voler combattere le multinazionali della farmaceutica ma i loro ragionamenti corrodono le basi del sistema sanitario nazionale in nome della «libertà di cura». Non è un caso che qualcuno elogi il presidente Donald Trump, che negli Usa avrebbe avuto il merito di «aver fatto marcia indietro» sui vaccini, dimostrando che non siamo davanti all’ineluttabile. L’occorrenza fa capire come questo piglio libertario contro l’invadenza dello stato materializzi e dia forma, forse per la prima volta dalle nostre parti, a certe argomentazioni anarco-capitaliste del Tea Party o del reazionario di provincia.

TONI MILLENARISTICI arricchiscono il quadro. «Non vi hanno venduto solo per i profitti – dice uno degli interventi dal palco – Vogliono possedere le vostre arterie per iniettarvi di tutto, per arrivare un giorno a controllarvi a distanza. Siamo all’apocalisse». Poi arriva Ivano Spano, sociologo e docente all’università di Padova, che pronuncia le parole fatidiche «forse da qui nascerà un soggetto politico nuovo». Ma non è facile strappare qualche tipo di ragionamento elettorale ai convenuti.

[do action=”citazione”]Una volta confidavano nei 5 Stelle, che però oggi non si vedono né si nominano. Per molti la data clou non è quella delle prossime politiche. Si celebrerà invece una sorta di referendum di fatto il 10 marzo: dopo quel giorno, chi non ha i certificati di vaccinazione non potrà accedere ad asili e scuole dell’obbligo.[/do]

QUELLI DELL’ASSOCIAZIONE Alba Mediterranea, intanto, distribuiscono moduli da compilare e consegnare ai seggi per rigettare la scheda elettorale. «Siamo più di quelli dell’altra piazza», spara grosso riferendosi al corteo dell’Anpi Paolo Vecchi del Comitato per la libertà di scelta vaccinale, una delle associazioni contro i vaccini promotrici dell’evento che rivendica «più di tremila famiglie iscritte».

Spunta anche Massimo Montinari, medico-poliziotto del sindacato Consap sospeso per sei mesi dall’Ordine: propone di curare l’autismo (a suo dire causato dai vaccini) con una dieta specifica, senza glutine e latte di mucca. Poi la trafila straziante delle mamme i cui figli hanno perso la vita o avuto gravi problemi di salute proprio nel periodo successivo ai vaccini. Una di loro cita Oriana Fallaci: «La libertà è un dovere prima che un diritto».