Il Forum Mondiale dell’Acqua, organizzato ogni tre anni dal 1997 dal World Water Council, creato nel 1995 dalle grandi imprese multinazionali private dell’acqua con il sostegno della Banca Mondiale, è diventato il più importante avvenimento del mondo in materia di politica dell’acqua, vetrina e kermesse delle concezioni e delle scelte oggi dominanti favorevoli alla mercificazione e monetizzazione dell’acqua e della vita, della privatizzazione liberalizzaione e deregolamentazione dei servizi idrici, della finanziarizzazione dell’insieme delle attività relative all’acqua e alla sua gesione. L’8° Forum, tenutosi a Brasilia a marzo, è stata l’ennesima occasione, con la complicità delle istituzioni e delle agenzie dell’Onu, per celebrare la gestione integrata delle risorse idriche. Per loro, al di là delle formule retoriche sull’acqua/vita e sull’accesso universale all’acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari, l’essenza della politica dell’acqua è la gestione efficace, efficiente ed economica della risorsa, in via di rarefazione. Tutto il resto ne è subordinato. L’acqua è vista essenzialmente come una risorsa vitale per l’economia e strumentalizzata al benessere economico e sociale di quei paesi capaci di applicare le soluzioni tecnologiche e finanziarie più produttive e competitive.

Non si sono accorti, né vogliono accorgersi, che grazie alla pressione di intere popolazioni, in varie parti del mondo, le concezioni e le priorità in materia d’acqua e della vita in generale stanno cambiando.

NEL CORSO DEL 2017, alcuni fatti eccezionali hanno dato un forte impulso a un cambiamento di prospettiva. Il 16 marzo, il parlamento neozelandese ha deciso di accordare al fiume Whanganui, sacro al popolo Maori, lo statuto di «persona giuridica», riconoscendogli gli stessi diritti di una persona fisica. La decisione ha introdotto nel diritto contemporaneo – confermando alcune tendenze emerse negli ultimi vent’anni – nuovi principi quali il riconoscimento del fiume (compresi i suoi affluenti) come ecosistema integrato, dalle montagne al mare, in cui convivono tutti gli elementi che lo compongono. L’attribuzione della personalità giuridica esprime una visione del fiume come un tutto vivente che consente a quest’ultimo di avere una legittimazione legale e una soggettività indipendente. A questo fine la legge nomina due persone (una in rappresentanza del popolo Maori) e l’altra in rappresentanza dello Stato. Ad esse è affidato l’incarico di agire per conto della comunità del fiume per proteggere il suo statuto, la salute e il benessere dell’ecosistema. Inoltre, stabilisce la messa in opera di una strategia globale per il fiume fondata sulla collaborazione tra la comunità Iwi (il popolo dei Maori), il governo centrale, le collettività locali e tutti gli altri soggetti implicati nella vita del fiume.

IL 20 MARZO, l’Alta Corte dello Stato himalayano dell’Uttarakhand in India ha sancito che il fiume Gange e il suo principale affluente Yamuna sono da considerare «entità legali viventi, aventi lo statuto di persone giuridiche con tutti i derivanti diritti, doveri e responsabilità». Il Gange è considerato sacro da più di un miliardo di indiani, ma è pure uno dei fiumi più inquinati al mondo. Il Gange e lo Yamuna attraversano metropoli come Nuova Delhi e Calcutta e si stima che ogni giorno vengano versati nei loro corsi, senza alcun trattamento, 1,5 miliardi di litri di acque reflue e 500 mila di scarichi industriali. La decisione della Corte è stata imposta dalla drammaticità dello stato ecologico dei due fiumi, per consentire alla popolazione ed allo Stato di assumere la responsabilità di risanare e proteggere la salute di un ecosistema essenziale per la vita del continente indiano. La sacralità del Gange e del suo affluente ha certamente giocato un ruolo determinante nella sentenza, ma altrettanto chiara e decisiva è stata la presa di coscienza da parte dei giudici della necessità di liberare il rapporto degli esseri umani con la natura dalle logiche di sfruttamento e di predazione degli ecosistemi idrici, in un contesto di profonde inuguaglianze fra i gruppi sociali e i territori, sottomessi al dominio degli interessi dei poteri economici e tecnobucratici più forti del Paese. Non a caso, una delle novità introdotte dalla sentenza è stata quella di allargare dal fiume all’insieme dell’ecosistema himalaiano e indiano lo statuto di «entità vivente». Da qui la decisione di iscrivere la politica dell’acqua nel quadro di una politica «acostituzionale» degli ecosistemi, fondata sul primato della salvaguardia e sulla protezione della vita su tutti gli altri interessi.

IL 2 MAGGIO la Corte Costituzionale della Colombia ha riconosciuto che il bacino del fiume Atrato è un «soggetto di diritto» (persona giuridica morale) e ha imposto allo Stato di proteggere e far rivivere il fiume e i suoi affluenti, dando allo Stato sei mesi di tempo per sciogliere le attività minerarie inquinanti, bonificare il territorio e indennizzare le comunità etniche indigene dei danni provocati dallo sfruttamennto non sostenibile del bacino.

I tre fatti menzionali hanno il grande merito (in linea con i movimenti che da anni difendono i dirittti della natura, i diritti degli animail e delle piante) di riproporre in termini nuovi il dibattito mondiale sulla natura e il divenire del nostro pianeta; cosa che i tre Vertici Mondiali della Terra, al di là dei loro grandi apporti, non sono riusciti a fare perché prigionieri delle narrazioni e del dominio degli interessi dei gruppi sociali dominanti. Il terzo summit ha addirittura consacrato il principio della monetizzazione della natura e non ha messo in questione il principio della brevettabilità privata del vivente.

Hanno cosi gettato le basi per un ripensamento e riorientamento profondo delle visioni globali e locali della vita, di ciò che costituisce valore, dei soggetti portatori di diritti e di responsabilità nonché del ruolo primordiale delle comunità umane e dello Stato. Il rimodellamento delle categorie giuridiche e dei principi costituzionali propri delle culture industriali, produttiviste e estrattiviste, in nome della globalizzazione guerriera e predatrice, è iniziato.