L’intervento per la riqualificazione e la pedonalizzazione di piazza Castello, a Milano, prevede la messa a dimora di 184 nuovi alberi, 167 dei quali sono aceri. Gli alberi, e più in generale il verde urbano, non sono soltanto un possibile rifugio all’ombra, o un luogo d’incontro privilegiato lontano dal caos cittadino. Rappresentano uno strumento capace di migliorare la vita, perché l’oro verde, parafrasando il titolo del libro di Francesca Neonato, Francesco Tomasinelli, Barbara Colaninno, incide su una varietà di ambiti, «che vanno dalla qualità ambientale al paesaggio, alla salute e all’inclusività sociale», come scrive nella prefazione Edoardo Croci, docente all’Università Bocconi, dove è direttore di ricerca allo Iefe, il centro di economia e politica dell’energia e dell’ambiente, e coordinatore dell’Osservatorio Green Economy.

Questo volume risponde ad alcune domande fondamentali e lo fa a partire dalla definizione dei servizi ecosistemici e del valore che essi assumono per la società e per ogni singolo individuo. È un testo importante, Oro verde. Quanto vale la natura in città (Il Verde Editoriale, 2019), perché tre scienziati lo hanno scritto con un linguaggio divulgativo, capace di parlare ai progettisti e agli amministratori pubblici, ma anche ai singoli cittadini attivi in associazioni per la tutela dell’ambiente.

La prima parte accompagna il lettore alla comprensione e valutazione dei servizi ecosistemici forniti dal verde in città, illustrando quali servizi vitali possano essere messi a valore nei progetti di rigenerazione ambientale urbana. La seconda introduce il concetto di rete ecologica polivalente a scala urbana, una strategia per migliorare la qualità della vita, esaltando i servizi ecosistemici.

La terza parte è dedicata alle varie tipologie di verde, dai parchi agricoli alle aree agricole periurbane, ai grandi parchi periurbani, parchi urbani e giardini storici, fino ai cimiteri monumentali e ai parchi della memoria, al verde di quartiere, terapeutico, stradale.). Il quarto capitolo sposta il fuoco sul tema dell’educazione ambientale.

Un libro utile perché, come evidenziano le proiezioni delle Nazioni Unite, da qui al 2050 i due terzi della popolazione globale vivrà in ambito urbano. Un libro necessario perché, come spiega l’Ispra, c’è una crescente frammentazione delle campagne e delle aree naturali, come se l’area protetta o verde venisse vista come un’isola. Oro verde per certi versi rappresenta anche una sorta di piccolo manuale d’invito all’azione. Spesso, infatti, ci si interroga sul «che fare? Parlando ad esempio di verde terapeutico (classificabile tra i servizi ecosistemici socio-culturali), si spiega l’importanza di «sperimentare gli effetti benefici del prenderci cura di una pianta, anche nei nostri piccoli giardini, terrazzi, balconi»). Uno degli esempi toccati nel libro è quello del Parco Nord Milano, che si sviluppa su aree industriali dismesse e rigenerate al confine settentrionale della città, inserendosi nel tessuto urbano con aree verdi, vie ciclopedonali e passarelle. L’effetto che fa l’ho sperimentato quest’inverno, nell’unico giorno di neve a Milano: all’imbrunire, i prati del Parco Nord ancora coperti da un paio di centimetri di neve sono diventati un parco giochi fantastico per la mia bimba. Che, nel silenzio della natura, a due passi dal trafficatissimo viale Fulvio Testi, ha sperimentato il valore dei servizi ecosistemici, della Natura (la N maiuscola) in città.