Avvocati, farmacisti, professioni tecniche. E ancora: archivisti, architetti, consulenti. Non si era ancora vista in Italia una simile coalizione tra le professioni ordinistiche e senza albo professionale contro l’oppressione fiscale e previdenziale. Il governo Renzi ci sta riuscendo. Lo speakers’ corner organizzato dalla Mobilitazione Generale degli Avvocati (M.g.a.) – un gruppo facebook con oltre 15 mila aderenti che costituisce una novità della politica forense – giovedì 26 febbraio dalle 10,30 alla Cassa Nazionale Forense in via Ennio Quirino Visconti a Roma li vedrà prendere parola. E non è escluso che si uniranno altre esperienze che si sono addensate negli ultimi anni nel lavoro autonomo o nel precariato.

Un sintomo di questa tendenza è emerso nella battaglia contro la riforma del regime fiscale agevolato e l’aumento dell’aliquota previdenziale per gli autonomi iscritti alla gestione separata Inps condotta dai freelance di Acta, Alta partecipazione e Confassociazioni contro il governo Renzi.

Fino ad oggi sono state le lobby tradizionali del lavoro autonomo, oppure singoli gruppi o corporazioni, a mobilitarsi per questioni tecniche – ma sostanziali – che riguardano il fisco o la previdenza. Il tentativo degli avvocati M.g.a. è mantenere vivo l’interesse sulla drammatica condizione dei giovani colleghi, riconoscendosi in una prospettiva che unisce il lavoro indipendente in un’unica condizione, quella del quinto stato. Rispetto al biennio 2011-2012, dove si sono registrate analoghe esperienze nel lavoro culturale, oggi emerge una differenza: «Il vero conflitto in atto – spiegano gli avvocati – non è generazionale: la vera divisione nel lavoro autonomo sta nei redditi e nelle garanzie».

L’attenzione è sulla questione previdenziale dove «le vecchie gerarchie non hanno più nulla a che fare con la nuova realtà sociale delle professioni». In generale è cambiata la composizione sociale delle professioni: «L’avvocatura – spiega M.g.a. – è in gran parte composta di persone che sono, e sanno di essere, soggetti non garantiti, così come qualsiasi altro lavoratore autonomo, o partita Iva. Non possono contare, spesso, nemmeno su reti di protezione familiare, anch’esse erose dalla crisi». La differenza rispetto al recente passato emerge nelle rivendicazioni: c’è la denuncia dell’iniqua pressione fiscale e previdenziale e si arriva alla richiesta della creazione di ammortizzatori sociali universali; si chiede un sistema previdenziale equo, solidaristico e proporzionato alle capacità reddituali; c’è la richiesta dell’abbattimento dei privilegi previdenziali dei professionisti ricchi e «affluenti».

Su queste basi è nata l’intesa tra avvocati e farmacisti. «Saremo il punto di riferimento per tutti i professionisti delle partite Iva, più volte messi in difficoltà proprio dalle scelte dal governo Renzi» sostiene il presidente della Federazione nazionale Parafarmacie italiane Davide Gullotta. Per Cosimo Matteucci, presidente di M.g.a., «si sta concretizzando la coalizione tra le professioni intellettuali, ordinistiche e non ordinistiche, tra i lavoratori autonomi e tutte le partite Iva. Solo incrociando le lotte avremo qualche possibilità di contrastare la politica fiscale del Governo e le politiche previdenziali dei nostri enti di riferimento, e magari di mutarne l’orientamento». A parlare infine di «alleanza politica» è Michele Privitera, presidente del Comitato Professioni Tecniche (ingegneri, geologi e architetti).