A via della Scrofa, sede di Fratelli d’Italia, pare l’abbiano presa male. A palazzo Chigi, da quel che si dice, pure peggio. L’inchiesta di Fanpage su Gioventù Nazionale non sconvolge per le rivelazioni che mette sul piatto – apprendere che la giovanile di FdI abbia tendenze nostalgiche non può realisticamente stupire nessuno – quanto per le inevitabili conseguenze che certe immagini portano con sé. Soprattutto nei giorni in cui Giorgia Meloni è impegnata nella complessa partita delle nomine Ue. Che le altre cancellerie stiano provando a escludere l’Italia è un fatto, e certo pesa l’eredità della fiamma che il partito di governo ha nel suo simbolo e che, a quanto pare, arde ancora vivace (almeno) nelle sue sezioni giovanili. Insomma, se in Italia ogni cosa diventa gioco delle parti, l’opinione pubblica europea è rimasta sinceramente scandalizzata dall’inchiesta di Fanpage: decine di articoli usciti sui più importanti giornali del continente sono un segnale inequivocabile in questo senso. Da qui la precipitosa corsa ai ripari. «Interverremo», ha detto Giovanni Donzelli nella tarda serata di mercoledì. A seguire Ester Mieli, ex portavoce della Comunità ebraica romana e vicepresidente della commissione Segre sull’odio, ha finalmente trovato le parole per condannare i giovani camerati che le facevano le feste quando la incontravano, ma che alle spalle la deridevano e la umiliavano.

POI LA CAPA del circolo di Colle Oppio Flaminia Pace, protagonista dell’inchiesta, ha presentato le sue dimissioni dalla Consulta nazionale dei giovani (sono datate 21 giugno, ma la notizia è stata diffusa solo ieri). Poi ancora a cedere il passo ci ha pensato Elisa Segnini, capo segreteria della deputata Ylenja Lucaselli e unica esponente di Gn ad avere incarichi parlamentari. Il punto dolente del lavoro di Fanpage, almeno per FdI, non è tanto l’apologia del fascismo immortalata su video – «La cinematografia è l’arma più forte» è una frase di Mussolini che solo adesso i suoi giovani aspiranti eredi stanno arrivando a capire fino in fondo – quanto i conclamati episodi di antisemitismo. Persino la Comunità ebraica romana, che davanti a certe amenità della destra ha spesso e volentieri chiuso un occhio, è arrivata a chiedere a FdI di prendere provvedimenti. A poco serve dunque la parte in commedia recitata ieri in vari talk show dal sempre agitatissimo Donzelli, secondo cui l’antisemitismo alberga a sinistra, nei centri sociali e tra le migliaia di studenti che manifestano contro la guerra a Gaza. «Non ci faremo contagiare», ha annunciato il deputato, anche se il virus dell’odio è una specialità delle sue parti. Critiche e prese di distanza da Gn sono arrivate anche da altri due big: Guido Crosetto e Ignazio La Russa, che ha espresso la sua solidarietà a Ester Mieli. Sfila via, in tutto questo, la cartolina diffusa sui social da FdI, un fotomontaggio con Aboubakar Soumahoro, Ilaria Salis e Alfredo Cospito. Didascalia: «No, voi non potete impartire alcuna lezione».

IN QUESTO TEATRINO dell’assurdo in cui tutti fanno finta di non sapere quello che è noto a da un secolo, l’unico che riesce a dire la (dolorosa) verità è il revenant di Forza Italia Giovanni Tosi, uno che di fascisterie se ne intende. «È vero che il presidente del Senato ha simpatie per il duce, lo sanno tutti – ha argomentato a Tagadà su La7 -. Gli elettori sanno anche che in Fratelli d’Italia ci sono dei ragazzi con quel tipo di pensiero, ma hanno premiato alla grande Giorgia Meloni perché non gliene frega nulla». Il problema è che in Europa c’è qualcuno a cui di queste faccende gliene frega eccome.