Dopo aver «conquistato» per la sua apertura uno dei film più attesi della stagione cinematografica – The Irishman di Martin Scorsese – il New York Film Festival ha annunciato ieri il programma della cinquantasettesima edizione (27 settembre – 13 ottobre).

MOLTI sono i titoli che vengono da Cannes, fra i quali il vincitore della Palma d’oro – Parasite di Bong Joon-ho – e il Gran premio della giuria: Atlantique dell’esordiente Mati Diop. Ma anche Bacurau di Kleber Mendonça Filho e Juliano Dornelles, Dolor y gloria di Pedro Almodovar, Liberté di Albert Serra, Roubaix, une lumière di Arnaud Desplechin, Young Ahmed dei fratelli Dardenne, Zombi Child di Bertrand Bonello e Portrait of a Lady on Fire di Céline Sciamma.

Nella selezione anche due titoli italiani: Martin Eden di Pietro Marcello, liberamente tratto dal romanzo di Jack London e che vedremo prossimamente in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia, e Il traditore di Marco Bellocchio. Così come la spy story di Olivier Assayas, Wasp Network, e il nuovo film di Noah Baumbach: Marriage Story, che il New York Film Festival ha scelto come «centerpiece», mentre il film di chiusura sarà Motherless Brooklyn, il secondo lavoro da regista di Edward Norton dopo i diciannove anni trascorsi da Tentazioni d’amore. Il film – interpretato dallo stesso Norton, Willem Dafoe e Bruce Willis – è tratto da un romanzo di Jonathan Lethem e racconta la storia di un investigatore privato che cerca di risolvere il mistero che circonda l’omicidio del suo mentore nella New York degli anni Cinquanta.

IN PROGRAMMA nella sezione Film Comment Presents c’è il vincitore dell’Orso d’oro alla scorsa edizione della Berlinale – Synonyms di Nadav Lapid – e l’ultimo film realizzato da Agnes Varda, scomparsa lo scorso marzo: Varda par Agnes, un documentario che ripercorre la sua intera carriera nel cinema.
E ancora Vitalina Varela di Pedro Costa, The Wild Goose Lake di Diao Yinan, Sibyl di Justine Triet, I Was at Home, But… di Angela Schanelec.
«Il cinema è il regno della libertà – ha dichiarato il direttore del New York Film Festival Kent Jones – e mantenere questa libertà una battaglia in corso».