Le porte del Teatro alla Scala riaprono al balletto. Per sette mesi la danza è stata assente dalla scena, un vuoto obbligato che ha cancellato molti titoli. Il Corpo di Ballo è rientrato in agosto: per ora annunciati il Gala di Balletto, ultima replica il 2 ottobre, e, dal 29 ottobre, Giselle, romantico titolo corale.

IL GALA segna la prima serata con il Ballo del nuovo sovrintendente Dominique Meyer. Seicento persone tra palchi e platea, dall’alto la visione del pubblico sistemato in un’armonica scenografia di spazi pieni e spazi vuoti. In sicurezza, ben più che un viaggio in metropolitana. Rivedere, il governo, i posti concessi agli spazi teatrali?
La scena è inedita: sul fondo l’orchestra, con il suo direttore, David Coleman, davanti i danzatori, fin sopra lo spazio della buca. La sensazione netta di quanto la Scala sia mancata alla vita della città e ai suoi artisti.
Apre il virtuosistico pas de trois da Le Corsaire, con la brillante Martina Arduino, in partnership con Marco Agostino e Mattia Semperboni. Le linee spezzate del gioco di polsi e caviglie, i fuori asse in punta rivelano il segno di Mauro Bigonzetti che per il Gala firma Do a Duet con Antonella Albano e Maria Celeste Losa. Claudio Coviello riporta in scena la sua inconfondibile morbidezza nel solo dal II Atto di Bella Addormentata versione Nureyev, un momento in cui la danza racconta anche la nostalgia delle grandi produzioni. Omaggio a Zizi Jeanmaire con Nicoletta Manni e Timofej Andrijashenko nel sensuale passo a due da Carmen di Roland Petit.

L’ÉTOILE Svetlana Zakharova fa rivivere La morte del cigno, cult di inizio Novecento per Anna Pavlova. Svetta per sensibilità e presenza Alessandra Ferri in coppia con Federico Bonelli, Principal del Royal Ballet nel pas de deux da Le Parc di Angelin Preljocaj, al piano Roberto Cominati. A chiudere è l’energia in crescendo della danza maschile nel Boléro di Béjart, sul tavolo arancio Roberto Bolle, circondato da altri ballerini. Resta impresso il gioco di luce sull’Orchestra: illumina solisti e organico in Ravel, una sintonia visiva tra musica e danza che rende partecipi.