Da «triplice o quadruplice provinciale», formatosi nella Sardegna dell’inizio del Novecento, Antonio Gramsci arriva col tempo a percepire sé stesso come un intellettuale europeo. Viaggia in Russia e in Austria, vive fino in fondo la dimensione internazionalista del comunismo, pur rimarcando la necessità di un’azione politica sempre radicata su basi nazionali, legge e conosce le opere di molti importanti pensatori e scrittori europei, si cimenta in carcere nella traduzione delle lingue europee. L’Europa di Gramsci. Filosofia, letteratura e traducibilità, a cura di Lelio La Porta e Francesco Marola, con una prefazione di Guido Liguori, nato sotto gli auspici di Transform!...