Basta! Costruiamo un’altra Europa. Mettiamoci in marcia! Migranti e rifugiati già lo stanno facendo da giorni, marciano per un futuro migliore, per una Europa delle persone

Una marcia Europea – #Euromarcha2015 – lanciata dalla Spagna, organizzata da decine di collettivi, organizzazioni e movimenti di almeno 8 paesi differenti, per attraversare l’Europa, dall’1 al 15 di ottobre, e confluire a Bruxelles in una grande manifestazione in contemporanea con la riunione del Consiglio Europeo. La conferenza stampa di lancio è stata a Madrid, perché 34 sono le organizzazioni e i movimenti spagnoli che la convocano, un nucleo importante già promotore delle Marce per la Dignità che, anche per questo anno, stanno organizzando una giornata di mobilitazione generale in tutta la Spagna contro le politiche neo-liberiste del governo della destra.

Gli ecologisti di Equo e quelli di Ecologistas en acción, Attac, quello che resta del movimento del 15M, tantissime organizzazioni sindacali, la Piattaforma per una banca pubblica, i Cristiani di base e quelli per il socialismo, Izquierda Unida e Podemos, la Marea contro la disoccupazione e la precarietà che si riunisce nella parrocchia di San Bartolomeo a Madrid, la rete per l’acqua pubblica. E poi gli anticapitalisti e anche l’Allenza spagnola contro la povertà.

Non manca quasi nessuno. Di fronte alle politiche neo-liberiste e alla sottomissione dei governi al mercato, di fronte alle politiche di austerità e alla privatizzazione dei servizi pubblici, di fronte alle condizioni di precarietà lavorativa e sociale sempre più estese, di fronte ad una politica che non promuove uguaglianza tra donne e uomini né intende sradicare il machismo, di fronte ai paradisi fiscali protetti dall’Unione Europea, di fronte alla distruzione dell’ambiente, di fronte a tutti i muri che si stanno alzando in Europa «bisognerà dire basta», dice il manifesto dell’Euromarcha2015.

Un percorso di oltre 4000 km. La partenza sarà da Gibilterra, territorio oltremare del Regno Unito da tempo convertito alla finanza offshore, si passerà per l’Andalucía, Extremadura, Castilla-La Mancha, Madrid, Aragón y Catalunya. Una colonna che unisce il Portogallo, il territorio spagnolo e la Francia, una colonna verrà dalla Grecia e passerà per l’Italia, una terza scenderà dall’Europa del nord passando per la Germania e una quarta dall’Inghilterra.

Ribellarsi non è cortesia ed è faticoso: parte del percorso sarà fatto in pullman, le entrate nelle città a piedi, il punto di incontro di tutte le colonne sarà Lussemburgo, altro paradiso fiscale, da lì tutte e tutti a piedi per assediare pacificamente Bruxelles, per propagare la necessità di combattere le politiche che governano l’Europa e generare alternative. Tra i convocanti c’è anche Solfonica il coro-orchestra nato durante le manifestazioni degli indignati. Convinti che il linguaggio della musica sia universale, invitano strumentisti e voci da tutta Europa per un grande concerto, proprio sulle scalinate della borsa di Bruxelles. Saranno eseguiti tre brani di grande valore simbolico: Grândola, Vila Morena che segnò l’inizio della Rivoluzione dei Garofani in Portogallo, l’inno contro la dittatura dei colonnelli in Grecia composto da Mikis Theodorakis e l’Inno alla Gioia di Beethoven, inno ufficiale di quell’Unione Europea che oggi fa felici pochi.
L’auspicio è che la marcia sia partecipata e coinvolga donne e uomini che dopo continuino il lavoro per rendere possibile quell’Europa dei popoli necessaria. Perché la maggioranza degli europei non è più disposta a sopportare quell’Europa del sopruso che gli viene imposta. Prepariamo il bagaglio, si va a Bruxelles.