Sono ben 71 i film del listino Netflix per il 2021, più di un nuovo film alla settimana per la piattaforma streaming la cui politica rispetto ai prodotti cinematografici assomiglia sempre più a una sorta di pesca a strascico. Se fino al 2019 infuriava ancora il dibattito sulle scelte della piattaforma rispetto alla sala, sulle finestre cinematografiche a cui conformarsi per poter partecipare agli Oscar – anche se la Motion Picture Association of America ha accolto Netflix tra le sue fila, di fatto riconoscendola fra i grandi studios hollywoodiani e legittimando la sua «condotta» – la pandemia ha spazzato via ogni argine rimasto a quella che in fondo parrebbe essere sempre stata la strategia della piattaforma: relegare la sala a un ricordo del passato.

Fra i film che la compagnia di Sarandos e Hastings progetta di far uscire nel corso dell’anno tanti hanno un grande potenziale al botteghino, anche se con ogni probabilità – e al netto dell’andamento della pandemia – non vedranno mai il grande schermo: tra i tanti Don’t Look Up di Adam McKay, con Leonardo di Caprio e Jennifer Lawrence nei panni di due astronomi che cercano di avvisare l’umanità di un asteroide che distruggerà la terra; o lo zombie movie di Zack Snyder Army of the Dead, con Dave Bautista, e il nuovo thriller di Antoine Fuqua The Guilty.

NEL LISTINO c’è anche il nuovo film di Paolo Sorrentino, È stata la mano di Dio, con Toni Servillo, e quello di Jane Campion: The Power of the Dog, con Benedict Cumberbatch e Kirsten Dunst.
E ancora la trilogia horror che Netflix ha comprato da Disney dopo che lo studio ha inglobato Fox: Fear Street, di cui la piattaforma farà uscire i film a solo un mese di distanza l’uno dall’altro – l’opposto della pianificazione cinematografica delle uscite che prepara l’evento e crea l’attesa fra un «capitolo» e l’altro.

Una strategia che ha funzionato con le serie tv – è stata proprio Netflix a cominciare a farle uscire per intero invece di programmare un episodio a settimana dando avvio al cosiddetto binge watching – e che ora viene estesa ai prodotti cinematografici. Che si ritrovano tutti insieme in un grande calderone che punta alla quantità, raggruppato per genere – action, «drammatico», «cinema d’autore», western, come The Harder They Fall di Jeymes Samue, con Regina King e Delroy Lindo – e proposto agli spettatori attraverso gli algoritmi della piattaforma che valutano le «preferenze» sulla base delle abitudini di visione.