Berlino (4.462.166 abitanti) non è il Mecklenburg-Vorpommern (1.596.505 abitanti) e non solo per dimensione, ma per storia, sviluppo economico e composizione sociale. I risultati delle elezioni del 18 settembre ne sono la dimostrazione evidente.
In Mecklenburg-Vorpommern l’AfD è il secondo partito con il 21,89% , la Cdu è terza con il 18,99% la Linke quarta con il 14,86%. L’unico dato comune è la Spd in entrambi i casi primo partito con il 29,42% in Mecklenburg e il 21,6% a Berlino. L’AfD ha un rispettabilissimo risultato con il 14,2%, ma che le assegna il quinto posto su 6 partiti rappresentati, sorpassata dalla Cdu (17,6%), dalla Linke (15,6%) e dai Verdi (15,2%), precede solo i Liberali Fdp (6,7%).

Anche a Berlino i voti AdF derivano da nuovi elettori, rispetto al 2011 hanno votato il 66,9%,degli aventi diritto, cioè più 6,7%.

In Mecklenburg l’AdF aveva cannibalizzato tutti gli altri, compresa la Linke, che aveva perso il 5,24%, mentre a Berlino la Linke guadagna il 3,9%. A Berlino i liberali sono un’altra opzione di destra, che ha contenuto il successo dell’AdF, che invece si è mangiata l’elettorato di protesta dei Piraten passati dal 8,9% al 1,7%, ben 7,2 punti percentuali in meno. A Berlino l’unica maggioranza numerica possibile è quella di un governo rosso-verde-rosso con la Spd, 38 seggi, la Linke 27 e i Verdi 27, cioè 92 seggi contro gli 88 delle opposizioni. In Mecklenburg-Vorpommern ci sarebbe la stessa maggioranza, ma i Verdi sono rimasti di un soffio sotto la soglia del 5%.

Anche nel Bundestag per due volte c’è stata una maggioranza rossa-verde-rossa, ma il risultato è stata la Grosse Koalition, formula che non gode di buona salute perché perdono voti sia la Cdu che la Spd, sia pure per opposte ragioni.

A Berlino lo sviluppo economico è forte, ma crea un aumento degli affitti e la separazione antica tra Est e Ovest è ancora rilevante e l’AdF ha colpito forte nella parte Est con cinque mandati diretti e con percentuali dal 22,4% al 30,6%.

Alla sinistra si era presentata un’opportunità analoga in Spagna con le elezioni del dicembre 2015 e non è stata colta. La Germania può essere la prova d’appello, anche se non è facile.

I rapporti tra Verdi e Linke non sono idilliaci e la fine di una maggioranza di Sinistra a Berlino con le elezioni del 2011 è stata determinata da un forsennata campagna dei Verdi per diventare il primo partito e contestare l’egemonia a spese della Spd. Ore occorre trasformare la maggioranza numerica in un progetto politico.

Le condizioni oggettive ci sono, di questi tempi una maggioranza di sinistra e ambientalista con il 52,4% e merce rara in Europa. Bisogna credere in un progetto alternativo e su questo scommettere.