Dal 28 al 30 giugno, a ridosso dell’anniversario dell’indipendenza della Somalia (1° luglio 1960), il Museo delle Civiltà di Roma ospita la terza edizione della Settimana della cultura somala, iniziativa voluta e costruita dall’associazione culturale Somaliyey Toosa, con la collaborazione di Archivio Memorie Migranti, Romaltruista e Rete Yekatit12-19Febbraio. Somaliyey Toosa è un’associazione fondata nel 2020 con l’obiettivo di assistere le persone somale presenti in Italia che necessitano di supporto e orientamento. Il progetto, partito da un gruppo Whatsapp di dieci persone, oggi conta 150 membri attivi e 25 nuclei territoriali. Per i rappresentanti dell’associazione eventi come la settimana della cultura hanno il merito di unire ancora di più la comunità, aprendola all’esterno tramite incontri e dibattiti che rappresentano preziose occasioni di socialità e conoscenza.

Oggi alle 17  si parlerà  di lingua, diaspora e letteratura somala. Un intervento della Rete Yekatit12-19Febbraio sulle “memorie e (r)esistenze del colonialismo italiano e delle sue eredità” concluderà la prima giornata. Nel pomeriggio di sabato 29 lo storico dell’Africa Sandro Triulzi dialogherà con il professore Hassan Osman Ahmed, presidente dell’Associazione Socio-Culturale Somalo-Italiana (ASSOIT). A seguire un incontro sul partigiano italo-somalo Giorgio Marincola e gli ostacoli incontrati dalla campagna per intitolargli una fermata della metropolitana di Roma. Interverranno Lorenzo Teodonio – autore insieme a Carlo Costa di Razza partigiana, libro uscito per la prima volta nel 2008 – e Antar Mohamed Marincola, nipote di Giorgio e autore con Wu Ming 2 di Timira. Romanzo Meticcio (Einaudi, 2012). Domenica 30 l’organizzatore della settimana della cultura somala Zakaria Mohamed Ali incontrerà la film-maker e artista Caterina Borelli, autrice di Memoria necessaria. Guida critica a dodici luoghi della roma coloniale (2022).

Impossibile tuttavia non citare, quando si parla di sguardi postcoloniali sulle nostre città, il lavoro iniziato ormai dieci anni fa dalla scrittrice italo-somala Igiaba Scego e dal fotografo Rino Bianchi con Roma negata (Ediesse, 2014). Per tre giorni, e in un ambito finalmente istituzionale (l’edizione dell’anno scorso si era svolta presso i giardini di Villa Borghese), la comunità somala presente in Italia avrà modo di celebrare la propria cultura, tra presentazioni di libri, visite alle collezioni, narrazioni, danze e sfilate. L’evento sarà il primo di una serie di confronti tra il Museo delle Civiltà e Somaliyey Toosa per avviare un lavoro di ricerca congiunto sulle collezioni somale del Museo. Un tassello importante all’interno di una vasta operazione di rilettura critica dell’enorme patrimonio accumulato dall’ex museo coloniale. Si parla di circa 12.000 oggetti – a carattere per lo più etnografico, ma anche storico, artistico, antropologico, archeologico, architettonico e connesso alle scienze naturali e a esplorazioni geografiche – raccolti o prodotti nel corso dell’esperienza militare e coloniale italiana in Africa.