«Nagori» in giapponese significa, come riporta il sottotitolo del libro, la nostalgia della stagione che ci ha appena lasciato. Ryoko Sekiguchi, in Nagori (pp. 104, euro 15) spiega che l’etimologia del termine risale a «nami-nokori», che significa «traccia delle onde» e indica l’impronta che lasciano le vagues dopo essersi ritirate dalla battigia. Ma non solo il mare ha a che fare con nagori, anche la neve, quando persiste dopo l’inverno o cade in primavera. Pure la luna può essere in nagori, quando la sua faccia perlescente si intravede ancora all’alba. Nel testo, edito da Einaudi (recensito su Alias Domenica da...