Sono stati 8.864 i nuovi casi Covid ieri in Italia, un numero che risente dei pochi test effettuati, appena 146.728. Così il tasso di positività è salito al 6%. Alti i decessi: 316, per un totale di 117.243. In calo i ricoveri in terapia intensiva: 67 in meno, 3.244 in tutto. In risalita i ricoveri ordinari: 94 in più, 23.742 complessivi. In isolamento domiciliare 466.503 persone. La regione con il maggior numero di nuovi positivi è stata la Campania (1.334) quindi Sicilia (1.123), Lombardia (1.040) e Lazio (950).

«La priorità è chiudere la fase dell’emergenza, quindi accelerare con le vaccinazioni e le cure, provare ancora ad avere una fase di prudente e graduale ripartenza che non ci faccia tornare indietro»: sono le parole, caute, del ministro della Salute Speranza, alla vigilia della riunione del Cts sulle riaperture di oggi pomeriggio. Sul lato opposto della barricata, ma nella stessa maggioranza di governo, il leader della Lega Salvini: «Il rischio zero non esiste. Stiamo lavorando perché non possano aprire solo le attività all’aperto e fino alle 22. Stiamo lavorando per far cadere altri due tabù: il coprifuoco e le riaperture dei locali al chiuso». Sul primo punto potrebbe arrivare la mediazione spostando il limite alle 23 ma resta da decidere a partire da quando.

A tirare le somme è Nino Cartabellotta (fondazione Gimbe): «Il rischio ragionato, che ha preso il posto del rischio calcolato, è una decisione politica che è stata ritenuta inevitabile anche se siamo ancora sul filo del rasoio. Godremo degli effetti delle regioni colorate di rosso ancora per tre settimane. Con un tana libera tutti è chiaro che avremo una nuova risalita della curva».

Il ritorno alla quasi normalità nel Regno unito è arrivato con 43 milioni di vaccinazioni, 10 milioni le persone che hanno completato il ciclo. In Italia, ieri pomeriggio, eravamo a 15.352.790 di dosi somministrate (l’88,6% della fornitura) con 4.507.326 che hanno avuto entrambe le dosi. Il siero Pfizer – Biontech fa la parte del leone con 11.845.080 dosi inoculate, quindi Astrazeneca con 4.157.600 e infine Moderna con 1.320.400.

Resta l’interrogativo aperto sul monodose Johnson&Johnson: nei frigo a Pratica di mare sono bloccate 184mila dosi in attesa del parere dell’Ema, atteso per oggi. Sul farmaco Usa pesano le reazioni avverse documentate negli Stati uniti, rare ma comunque simili a quelle riscontrate con Astrazeneca negli under 55 (ieri ne sono arrivate 430mila dosi in Italia). La soluzione potrebbe essere, anche in questo caso, consigliarne l’uso per gli over 60.

Intanto l’Ue consolida gli accordi commerciali con Pfizer: arriveranno altre 100 milioni di dose nel 2021 poiché la Commissione ha deciso di esercitare l’opzione di acquisto. Questo porta il totale delle dosi nell’Ue a 600 milioni entro il 2021 (il 13,51% all’Italia). Mentre con Astrazeneca i rapporti sembrano destinati a esaurirsi: «Al momento non stiamo discutendo di rinnovo, ma di rispetto delle consegne entro i termini contrattuali» ha spiegato un portavoce della Commissione. Il contratto firmato si conclude con la consegna dell’ultima dose: entro il 30 giugno dovremmo contare 300 milioni di dosi ma per ora ne sono state consegnate un terzo.