Quando, il 23 gennaio 1973, la vita di Roberto Franceschi veniva interrotta dalla violenza della polizia durante una manifestazione fuori dall’Università Bocconi, a Milano, Lydia Franceschi, sua madre, già staffetta partigiana inizia una battaglia, coraggiosa e determinata, per ricostruire i fatti e chiarire le responsabilità dell’omicidio. 23 anni dopo, nel 1996 otterrà che lo Stato, incapace di dare un volto ed un nome all’omicida, si assuma la responsabilità risarcendo la famiglia.

QUEI SOLDI andranno a finanziare la Fondazione nata per ricordare Roberto. Sparare a Vista, il secondo disco di Gaetano Nicosia, parla di questa storia e della vita di Lydia (morta il 29 luglio 2021, nel giorno in cui si ricordava per la 121esima volta il reicidio operato a Monza da Gaetano Bresci). Il disco si basa sui testi scritti del collettivo N23 per compilare Perchè non sono nata coniglio. «La storia di Lydia è un condensato del lato drammatico del 900, l’esito spietato di quel concetto di potere che ha dominato il secolo passato. Un potere inizialmente nuovo, alla ricerca del consolidamento, un potere che ha anche illuso, ma che, alla fine, ha mostrato il suo lato aggressivo, spietato. Un potere guerriero ma tangibile» ricorda Gaetano.

UN DISCO MOLTO PUNK, sia nelle liriche che nell’ispirazione musicale, dove a sonorità che paiono portarci direttamente a quel tragico giorno del gennaio 1973 si sommano anche elettronica e sperimentazioni moderne. Un disco punk che lascia spazio ad introspettiche ballate e veloci cavalcate da pogare. Un lavoro compatto, che riporta immediatamente all’idea del concept album, idea che si ritrova certamente nella continuità dei testi ma anche, e forse ancor di più, nell’abile e ricercata cura degli arrangiamenti.«La storia di Lydia è un condensato del lato drammatico del 900, l’esito spietato di quel concetto di potere che ha dominato il secolo passato. Un potere inizialmente nuovo, alla ricerca del consolidamento, un potere che ha anche illuso, ma che, alla fine, ha mostrato il suo lato aggressivo, spietato. Un potere guerriero ma tangibile»
A suonare nel disco assieme a Gaetano ci sono Simone Filippi, già visto all’opera nella ritmica con gli Üstmamò,Ulrich Sandner alle chitarre e Flavio Ferri a toccare le corde del basso e i tasti bianchi e neri del pianoforte. Il progetto è soprattutto un tributo, politico ed umano, a Lydia e alla sua lotta contro il potere che secondo Gaetano «è un potere diverso da quello di oggi, che invece si muove sotterraneo, impalpabile e inafferrabile, spesso incomprensibile al punto che è ancora inconcepibile organizzarne un’alternativa o forse anche pensarla, quanto meno in forma collettiva».