Mentre scende nella classifica dei livelli di produttività, Torino scala quella degli sfratti, guadagnandone la maglia nera. È, ormai, la capitale italiana degli sfratti per morosità incolpevole, dovuti a disoccupazione o cassa integrazione. La «questione casa» è un’emergenza: sono poco meno di 4mila le persone sfrattate a fronte di quasi 50mila alloggi sfitti. Oggi pomeriggio scenderà in piazza il movimento diffuso che si è battuto negli ultimi due anni per il diritto all’abitare contro gli sfratti e i pignoramenti con picchetti e iniziative quasi quotidiane. La partenza del corteo «Riprendiamoci la città» è alle 16 da corso Marconi, quartiere San Salvario, poi marcia per le vie del centro, che non è immune dalla crisi.

Non è raro che sotto il Comune si accampino famiglie sfrattate: «Le istituzioni, primo fra tutti il Comune – sottolineano gli organizzatori – parlano di legalità per non assumersi le proprie responsabilità. Ogni volta che uomini, donne e bambini senza casa si impossessano di un edificio abbandonato (le occupazioni sono in aumento, ndr), gridano allo scandalo e invocano soluzioni di ordine pubblico. Intanto, lasciano marcire l’edilizia popolare. Tramite società di cartolarizzazione e fondi immobiliari speculativi il Comune continua a vendere parti sempre più considerevoli di patrimonio pubblico, per coprire la voragine creata dalle Olimpiadi». Per il lancio della manifestazione sono state organizzate alcune iniziative. Il collettivo Sportello Casa San Salvario si è ritrovato davanti a uno stabile di via Belfiore: «Si tratta di venticinque alloggi vuoti e degradati, proprietà di uno dei palazzinari torinesi, che ha come principale interesse la rendita. Potrebbero essere una delle soluzioni all’emergenza». Gli universitari della Verdi15 hanno occupato l’agenzia immobiliare «Casa veloce» nel quartiere Vanchiglia al grido di «Mai più affitti rapina»: «Se sei alla ricerca di un affitto ti chiedono 200 euro solo per consultare un elenco di case disponibili. Noi abbiamo aperto uno sportello autogestito per dare una risposta ai giovani schiacciati da affitti esorbitanti e spesso in nero». Tra le adesioni al corteo: Spazi Occupati San Paolo, Pietra Alta Occupata, Ex Moi Occupata, Rifugiati e migranti, Verdi15, Sportello Sansalvario, Progetto PrendoCasa, Csoa Gabrio, Network Antagonista, Cub, Usb, Cobas, Operatori sociali non dormienti, Rifondazione comunista e Gc, Sinistra Critica, Csp e diversi comitati.

L’emergenza casa è anche sintomo delle difficoltà economiche legate alla crisi industriale. Torino, secondo il recente Rapporto Rota (Centro Einaudi), è scivolata agli agli ultimi posti fra le città del Nord e del Centro Italia: penultima per il pil pro capite, con produttività fra le più basse e un tasso di disoccupazione sul quale viene battuta in negativo solo da Roma.