Allen Weisselberg, per decenni direttore finanziario della Trump Organization, l’azienda di famiglia di Donald Trump, ieri si è dichiarato colpevole dei 15 capi di accusa a suo carico che vanno dal furto aggravato alla frode fiscale, alla falsificazione di documenti aziendali, diventando così il sesto collaboratore vicino al 45esimo presidente Usa a dichiararsi colpevole o a essere condannato per un crimine.

Il direttore finanziario svolge dei compiti particolarmente delicati all’interno di una società o organizzazione, è sua la responsabilità principale della gestione delle finanze dell’azienda, inclusa la pianificazione finanziaria, la gestione dei rischi finanziari, la tenuta dei registri e la rendicontazione.

L’ANNO SCORSO, l’ufficio del procuratore distrettuale di Manhattan aveva accusato Weisselberg e l’azienda di famiglia Trump di aver preso più di 1,7 milioni di dollari di compenso “non contabile” dall’organizzazione.

Inizialmente, davanti al tribunale statale di Lower Manhattan, Weisselberg si era dichiarato non colpevole. Ora, dopo questa serie di ammissioni e grazie a un accordo stipulato con i pubblici ministeri, l’ex direttore finanziario che rischiava 15 anni di prigione sconterà “solo” cinque mesi di carcere e cinque anni di libertà vigilata, in cambio della sua testimonianza al processo del suo ex coimputato e datore di lavoro, la Trump Organization.

Oltre a ciò Weisselberg ha accettato di pagare allo Stato di New York e alla città di New York 1,9 milioni di dollari di tasse arretrate, interessi e sanzioni.

IL 75ENNE Weisselberg finora è l’unica persona ad aver ricevuto delle accuse penali nell’ambito dell’indagine sulle (dubbie) pratiche commerciali dell’organizzazione Trump.

Per mesi sia Weisselberg che la Trump Organization hanno cercato di far archiviare le accuse, sostenendo che erano motivate politicamente. Questa ammissione di colpevolezza diventa un problema non da poco per l’attività immobiliare della famiglia dell’ex presidente degli Stati Uniti

Il quadro per Trump, però, è meno fosco di quello che avrebbe potuto essere: il patteggiamento non richiede a Weisselberg di collaborare con la ben più ampia indagine penale del procuratore distrettuale di New York su The Donald e le sue ammissioni non coinvolgeranno l’ex presidente.

La disponibilità espressa da Weisselberg ad accettare il carcere, piuttosto che accusare Trump, sottolinea la portata di una lealtà che sfiora l’omertà verso una famiglia che ha servito per quasi mezzo secolo e contribuisce a ostacolare lo sforzo di incriminare Trump per frode fiscale.

PER I PUBBLICI MINISTERI Weisselberg era il collaboratore ideale nella loro indagine sull’ex presidente e le sue pratiche commerciali: il direttore finanziario è entrato nell’orbita di Trump nei primi anni ’70 come contabile junior per il padre di Trump e anno dopo anno ha scalato i ranghi presso l’Organizzazione Trump, sviluppando una conoscenza enciclopedica delle sue finanze.

Nonostante il procuratore distrettuale di Manhattan non si sia assicurato la collaborazione di Weisselberg, potrebbe comunque ottenere una vittoria da questo patteggiamento, perché al processo che si svolgerà d ottobre i pubblici ministeri potranno comunque usare le ammissioni di colpevolezza di Weisselberg per aver cospirato con l’Organizzazione Trump.

“Il signor Weisselberg ha infranto la legge per riempirsi le tasche e finanziare uno stile di vita sontuoso, ma oggi quella cattiva condotta finisce”, ha scritto su Twitter Letitia James, procuratrice generale di New York.