Sono stati 18.020 i nuovi casi di Covid ieri in Italia su 121.275 tamponi effettuati, il tasso di positività è salito al 14,8% dall’11,3% di mercoledì. I decessi sono stati 414, che fanno salire il totale a 77.291. Sale anche il numero degli attualmente positivi: ieri erano 571.055, più 2.343 su mercoledì. Il Veneto la regione con il record di nuovi casi (3.596) seguita da Lombardia (2.779), Emilia Romagna (2.228) e Lazio (1.779). Il virus corre e gli ospedali tornano sotto stress: in Terapia intensiva ieri si contavano 2.587 pazienti (16 in più), 23.291 nei reparti ordinari (117 in più).

UNDICI REGIONI superano la soglia d’allerta per i posti occupati da pazienti Covid in Terapia intensiva (la media nazionale si attesta al 30%). Cresce anche il numero delle regioni, nove, che superano la soglia nei reparti ordinari. In base al monitoraggio dell’Agenzia nazionale per i Servizi sanitari regionali, il limite del 30% in Terapia intensiva viene oltrepassato dalla provincia autonoma di Trento (50%); Lombardia (38%); Umbria, Friuli Venezia Giulia e Provincia autonoma di Bolzano al 35%; Veneto (34%); Puglia (33%); Lazio (32%); Marche, Piemonte ed Emilia Romagna (31%). Per i posti in area non critica, superano la soglia del 40% Emilia Romagna (44%), Friuli Venezia Giulia (51%), Lazio (44%), Liguria (41%), Marche (44%), Piemonte (48%), Provincia autonoma di Bolzano (44%), provincia autonoma di Trento (59%) e Veneto (44%).

LA FONDAZIONE GIMBE avverte: dal 29 dicembre al 5 gennaio c’è stato un aumento di nuovi casi di Covid del 27% a fronte di un’imponente riduzione dei tamponi; Terapie intensive e ricoveri in area medica sopra la soglia di saturazione in metà delle regioni; decessi nuovamente in salita. «La terza ondata è alle porte – il monito – con numeri troppo elevati per riprendere il tracciamento, un reale impatto dei vaccini ancora molto lontano e dati preoccupanti sulle nuove varianti».

LA CABINA DI REGIA oggi ripristinerà il sistema dei colori nelle regioni in base anche al nuovo indice Rt: «Il sistema “a colori” è da rivedere – la posizione di Gimbe -, dà risultati modesti a fronte di costi economici e sociali elevati». Tra il 29 dicembre e il 5 gennaio, rispetto alla settimana precedente, c’è stato un incremento dei nuovi casi (114.132 contro 90.117) e del rapporto positivi/casi testati (30,4% contro 26,2%). Cresciuti i decessi: 3.300 contro 3.187.

«A cavallo del nuovo anno – spiega Nino Cartabellotta, presidente Gimbe – c’è stata l’inversione della curva dei nuovi casi, in calo da 6 settimane consecutive, e l’incremento percentuale dei casi totali (5,5% contro 4,6%). Numeri sottostimati dalla decisa frenata dell’attività di testing, accompagnata dal netto aumento del rapporto positivi/casi testati che schizza al 30,4%. Dal 23 dicembre al 5 gennaio, rispetto ai quattordici giorni precedenti, il numero dei tamponi totali si è ridotto del 20,9%». E sui vaccini: «Senza il via libera dell’Ema ad altre aziende, potremo vaccinare circa il 5% della popolazione entro marzo e meno del 20% entro giugno. Siamo ancora lontani da un concreto risultato».

E Renata Gili, responsabile Gimbe Ricerca sui Servizi sanitari: «Dei due vaccini autorizzati non è nota l’efficacia nel ridurre l’infezione asintomatica e la possibilità di trasmettere l’infezione da parte dei vaccinati. Queste dovranno continuare ad adottare le misure individuali (mascherina, distanziamento, igiene delle mani) e non potranno acquisire alcuna patente di immunità».

IL PIANO VACCINALE è stato al centro del punto stampa di ieri del commissario Arcuri. Alle 21 erano 385.557 le somministrazioni effettuate in Italia, 919.425 le dosi consegnate: «Dopo la Danimarca siamo il paese in Europa che ne ha fatti di più». Per l’immunità di gregge si dovrà raggiungere circa 48 milioni di italiani: da febbraio si vaccineranno gli ultra 80enni e i disabili poi il personale scolastico (per anticipare il loro turno ci vuole un passaggio in parlamento), le forze dell’ordine, il personale dei trasporti e il mondo della carceri. Infine gli ultra 60enni e il resto della popolazione.

PER IL PERSONALE, Arcuri ha chiarito: «Coinvolgeremo i medici di base e i pediatri di libera scelta poi anche i farmacisti». E il bando che ha scelto 5 Agenzie interinali che dovranno mettere sotto contratto 3mila medici e 12mila infermieri? Sono arrivate 19.499 candidature, altre 5.098 sono in compilazione. Hanno risposto 14.808 medici; solo 3.980 infermieri e 408 assistenti sanitari cioè 7.612 in meno di quelli richiesti. Il compenso lordo per i medici è di 6.538 euro mensili, per gli infermieri 3.077 euro.