Fino a domenica mattina l’accordo di cartello fra capicorrente Pd sembrava blindato: l’assemblea nazionale del 7 luglio, presto convocata ufficialmente, avrebbe eletto Maurizio Martina segretario. E rimandato il congresso al 2019, forse persino dopo le elezioni europee. La linea del galleggiamento garantiva le posizioni dei renziani e lo stesso Renzi, privi di un candidato credibile per i gazebo. Ma anche gli antirenziani che, pur continuando a invocare il congresso, si sarebbero acconciati a interpretare l’ala sinistra di Martina. Il naufragio di domenica però ha cambiato tutto. A dimostrare l’urgenza di fare, subito, due passi avanti a Nicola Zingaretti sarebbe stato...