Secondo uno studio pubblicato sul sito Medrxiv, e quindi non ancora valutato da una rivista scientifica, un vaccino sperimentale ha dato buoni risultati in un test su 45 volontari, 9 dei quali hanno ricevuto un placebo. Lo studio è stato realizzato dai ricercatori delle aziende farmaceutiche BioNTech e Pfizer che producono il vaccino.

Il vaccino consiste in una nanoparticella lipidica capace di penetrare nelle cellule e rilasciare al loro interno un filamento di Rna preparato dai ricercatori. L’Rna viene processato dalla cellula e stimola la produzione la stessa proteina «spike» che si trova sulla membrana esterna del coronavirus. Il sistema immunitario rileva la proteina e sviluppa gli anticorpi in grado di impedirne la penetrazione nelle cellule. L’obiettivo è che gli anticorpi riconoscano anche il virus e reagiscano nello stesso modo. L’efficacia del vaccino sembra attestata dall’effettivo sviluppo di anticorpi neutralizzanti, cioè che impediscono al virus di penetrare nelle cellule, sviluppati in quantità doppia o tripla rispetto ai pazienti che si sono ammalati davvero di coronavirus e ne sono guariti.

Lo studio, secondo gli stessi ricercatori, va preso però con la dovuta cautela. Diversi volontari hanno sviluppato effetti collaterali, anche se si è trattato soprattutto di deboli febbri temporanee. Inoltre, i volontari avevano meno di 65 anni e questo non permette di valutare l’effetto del vaccino sulla popolazione più anziana e più vulnerabile al virus. Inoltre, non è ancora chiaro quanto sia durevole la presenza degli anticorpi dopo la vaccinazione, e per questo i ricercatori seguiranno i volontari per diversi mesi per chiarire questo aspetto. Infine, gli scienziati non sanno ancora se siano davvero gli anticorpi, e non altri meccanismi del sistema immunitario, a permettere ai malati di guarire dal coronavirus.