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Cous Cous Clan

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Il racconto Se c’è un settore che non conosce crisi è quello degli abiti da sposa. Per le nozze non si bada a spese, come per i funerali. Quello di Gregorio è […]

Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 6 luglio 2019

Se c’è un settore che non conosce crisi è quello degli abiti da sposa. Per le nozze non si bada a spese, come per i funerali. Quello di Gregorio è un bel negozio ampio, luminoso, con una clientela esigente che lui sa come soddisfare. E se non accade è perché ci vede più lungo lui dei promessi sposi. Come quando gli si presenta una coppia mista, tipo bianca lei, nero o arabo lui o viceversa, allora peccato quel modello è finito, questo non ciò la taglia, quell’altro è prenotato e così via. Sostituzione etnica? no grazie. Vai va, pigliati un gonnellino con le piume su Amazon e cammina, pensa Greg, ma non lo dice, non è di quelli che insulta lui, manco sul web. Mica come certi sovranisti dei suoi stivali che sono buoni solo a parlare. Porti chiusi alle navi delle Ong e poi quelli arrivano a frotte sui barchini, un muro tra Italia e Slovenia e quelli ti entrano in pullman dall’Austria… ma fatemi il piacere. Il toro va preso per le corna.

Alle 19 in punto Greg chiude il negozio e alle 20 spaccate cena con Sara e i bambini davanti alla tv che trasmette immagini di africani naufraghi in mare. Poveri negri dice la più piccola. Negri non si dice, corregge mamma. Papà lo dice negri. Sara scuote il capo: lui è grande. Una volta a letto Sara alza lo sguardo dal suo grosso libro grosso, stai leggendo? lui dietro alla sua rivista di storia, guardo le figure, scherza. Lei gli sfila la rivista dalle mani Greg il video che hai postato oggi sui socialPure quello razzista? sbuffa lui. E’ ostile, pure prima a cena, guarda che i bambini sono spugne. Ma se ho detto che quei poveri naufraghi bisogna salvarli. E i turisti? adesso odieranno i turisti. Amò, mica è colpa mia se per ogni clandestino che viene coi barconi ce ne stanno almeno dieci che entrano col visto turistico e non se ne vanno più! Ma non puoi dire che vanno presi a calci in culo. Infatti ho detto nel didietro. Ok, ok… Sara riprende il suo libro, lui la rivista. Poi, a notte fonda, zitto zitto Greg si alza e va in cucina da dove chiama su skype. Pochi secondi e sullo schermo appare David, un albino sui 60 vestito con una tunica bianca con una croce rossa cucita davanti. Sul muro alle sue spalle una bandiera dei Confederati sudisti e una nazista. David parla un buon italiano con forte cadenza yankee: Greg ora la tua domanda è sulla scrivania del Grande Mago. Ma il parere dei 12 Cavalieri era stato positivo no? Certo, positivo, molto. Ma allora come mai il Grande Mago si prende tutto questo tempo? devi avere pazienza Greg, devi capire che per la Confraternita è una cosa nuova, molto. Ma io sono ottimista molto, questione di pochi giorni. Ma poi la tunica, il cappuccio, me li faccio fare qua, o me li mandate voi originali? David ride, sei davvero impaziente, molto. Già. Greg è davvero molto impaziente di aprire finalmente una sezione del Ku Klux Klan anche in Italia. E ora che il sogno si avvicina non vede l’ora. La mattina dopo Greg si sveglia di ottimo umore, si sta vestendo quando Sara gli fa: che hai sulla nuca? una macchia scura… pure qui tra petto e ascella…

Greg è a torso nudo sul lettino del dottor Spasiano: una rara forma di leucodermia dice il dermatologo, ha presente la vitiligene? quella perdita di pigmentazione che procura le macchie bianche? lei ha una sorta di vitiligene alla rovescia: lo farebbe un trattamento sperimentale? e gli prescrive un cocktail di cortisonici testato con successo sui babbuini. Ma Greg non è un babbuino e la macchia si espande: dalla nuca passa al collo (e lui si copre con una sciarpa), poi alle mani (e lui usa i guanti), intorno agli occhi (e lui usa gli occhiali da sole). E’ così, tutto imbacuccato, quando arriva la chiamata skype dagli Usa: ciao paisà una notizia bellissima: la tua domanda è stata accettata esulta David… ma perché gli occhiali da sole? e i guanti bianchi… e la sciarpa? Greg si arrampica sugli specchi, sai… in attesa della tunica e del cappuccio… non stavo nella pelle. David ride, arrivano, arrivano, tranquillo. E infatti di lì a poco gli arriva il kit completo, ma mentre sta per provarsi il cappuccio allo specchio vede… uno sporco arabo! Adesso la macchia gli ha preso tutta la faccia in modo omogeneo. Ma lui ha sempre una missione da compiere per cui col cappuccio calato sulla testa si lancia in una diretta FC annunciando che è finalmente aperto il tesseramento del KKK Italia. Le domande piovono a catinelle, e qualcuno invoca un meet-up per bruciare una grande croce in qualche periferia infestata da arabi. Sarebbe bello… ma Greg tentenna. Poi quel biglietto attaccato sul frigo: amore mio ho deciso di portare i bimbi da mamma per un po’. Sai in caso tu fossi contagioso. Sicuramente no, ma la prudenza non è mai troppa. Sara. Gregorio si lascia cadere su una sedia. E’ affranto, quando… DING DING DING DING DING DING WhatsApp a palla: stasera tutti a Tor Bruciata e boia chi molla! Un mare di adesioni. Gregorio fissa il suo smartphone e medita. Poi prende il biglietto di Sara e lo accartoccia.

Moto e scooter posteggiati sotto un caseggiato popolare con i negozi tutti chiusi, quasi tutti con insegne arabe. Una dozzina di Hell’s Angels tra cui svettano due caschi a forma di elmetto nazista. Mario e Dino. Sono quasi le otto, fa Mario, se non viene lui che si fa? Famo uguale no? Tok tok: Mario bussa con le nocche sull’elmetto di Dino, c’è qualcuno in casa!? con lui siamo Ku Klux Klan Italia, senza di lui quattro stronzi incappucciati… ci arrivi? E proprio in quel momento arriva uno scooter, chi lo guida ha il casco e sotto indossa il cappuccio del KKK! E’ Greg! e tutti in coro: Italia, Nazione, Rivoluzione! E Greg: Cavalieri del Sacro Cerchio: a noi! E tutti si calano i cappucci in testa. E spunta fuori una grossa croce cui dar fuoco. A quel punto Greg si leva il casco ma… il cappuccio s’impiglia nella fibbia e gli si sfila dalla testa… Marco lo guarda inorridito e confuso, Dino pure. E tu chi cazzo sei? Uno sbirro infiltrato?! Ma che sei scemo? sono io Gregorio! il vostro Greg! Mario lo afferra per il collo, bastardo figlio di puttana! Dino lo colpisce, Gregorio cerca di scappare… Affacciato alla finestra che segue la scena da casa sua c’è un giovanotto, Rashid, con i suoi cinque fratelli. Uno di loro gli passa una pistola scacciacani e Rashid dice andiamo. I sei fratelli si precipitano così a salvare il fratello che quelli del KKK vogliono linciare, BANG, i picchiatori si bloccano: alle loro spalle si è materializza sta banda di arabi… armati. I nazi fremono di rabbia ma restano immobili, BANG BANG BANG. Rashid espolde in aria due, tre colpi e il fuggi fuggi è generale…

Gregorio si risveglia su un divano, come ti senti? chiede il premuroso Rashid nel suo stretto arabo dialettale. Greg resta a bocca aperta: alle sue spalle una piccola folla di amici e parenti, tutti preoccupati per lui. Amina, la sorella di Rashid si fa largo con una brocca d’acqua, menta e limone; Greg la vede e resta fulminato dalla sua bellezza… ma in quello stesso momento il cellulare prende a squillargli in sua tasca. Greg non risponde. Tutti lo guardano; Rashid lo prende e glielo accosta all’orecchio. Signor Sansonetti sono il dottor Spasiano. Mmhhh? Volevo dirle che ho appena ricevuto un farmaco nuovo testato sugli opossum… Greg riattacca. Più confuso che persuaso.

Amina mette al centro un gigantesco piatto di cous cous di pesce, Greg intercetta il suo sorriso. Un sorriso che gli scalda il cuore.

@Enrico Caria, tutti i diritti riservati

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