La telefonata l’ha fatta alle cinque e mezzo del mattino. Dall’altra parte della cornetta c’era suo marito: «Chiama aiuto. Sto affogando nel sottopassaggio», ha detto in un fiato, l’ultimo. Anna Maria Mancini, 57 anni, era uscita presto per andare dall’anziana madre, che da sola non ce la faceva a fronteggiare l’acqua che stava cominciando a entrare nel suo appartamento al piano terra. Al suo compagno, però, non aveva fatto in tempo a dire dove stava annegando, Anna Maria. Quando i soccorritori gli hanno fatto la domanda fondamentale, lui si è accorto di non avere la risposta. «Non lo so. Non ha fatto in tempo a dirmi dov’era».

La donna aveva guidato in una Pescara allagata per poi andarsi a infilare nel sottopassaggio di via Fontanelle, oltre le transenne piazzate dalla polizia municipale. Il livello dell’acqua, lì sotto, era troppo alto e il motore si è spento. Lei si è accorta subito che, da sola, non ce l’avrebbe mai fatta a uscire dall’abitacolo, e allora ha chiamato il marito invece dei vigili del fuoco, nell’irrazionalità di un momento del genere. Il suo corpo sarebbe stato ripescato sei ore più tardi dai sommozzatori, nella macchina sepolta sotto quattro metri d’acqua.

Indaga la procura, che vuole capire, prima di tutto, se la strada fosse stata davvero chiusa al traffico, se cioè le autorità abbiano fatto proprio tutto per evitare situazioni del genere. Un atto dovuto, più che altro. Sempre a Pescara, nella mattinata di ieri, una donna finita anche lei con la macchina in un sottopassaggio allagato, e al di là delle transenne che dovrebbero chiudere le strade, ha fatto in tempo a tirarsi fuori prima che fosse troppo tardi.

È stata una pioggia non forte ma costante, cominciata nella serata di domenica, a mettere al tappeto la costa adriatica, tra la Puglia e le Marche. Sicuramente non una «bomba d’acqua» come pure qualcuno ha avuto il coraggio di dire, malgrado i tanti bollettini d’allerta meteo diramati nei giorni scorsi. Il conto, alla fine, è stato comunque disastroso: oltre al dramma di Pescara, va segnalato il treno deragliato a Cervaro (Foggia), con gli unici due passeggeri usciti illesi, mentre il capotreno e il macchinista sono finiti all’ospedale. Ancora in Abruzzo, poi, i 1.500 ebitanti del Villaggio Alcione sono stati evacuati e sistemati in un palazzetto dello sport a causa del rischio esondazione di un torrente. L’allarme è arrivato ai cittadini attraverso le campane della chiesa parrocchiale.

Nelle Marche, il bilancio è di un ponte crollato sull’Aso (il fiume che separa le province di Ascoli e Fermo) più diverse zone completamente allagate. E già Coldiretti parla di milioni di euro di danni, mentre il presidente Gian Mario Spacca comunica che il maltempo di qualche settimana fa (vento forte, più che altro) è costata 258 milioni. Il tutto da sommare a una viabilità nel caos: strade chiuse, campagne allagate, macchine sommerse, frane, cali di corrente nei centri abitati. Lungo la linea ferroviaria tra Pescara e Ancona, regionali fermi già dal primo pomeriggio.

La seconda vittima di ieri è stata invece registrata a Rossano (Cosenza), dove un pescatore di 30 anni è stato travolto da un’onda mentre pescava alla foce del fiume Crati.