Nei primi giorni dell’ottobre del 1924 il poeta russo Vladislav Felicianovic Chodasevic raggiunge a Sorrento Maksìm Gor’kij, che risiedeva in «una grande villa poco confortevole e in cattivo stato». Il 16 novembre Gor’kij e i suoi ospiti si trasferiscono al Capo di Sorrento, nella villa ‘Il Sorito’. In una prosa raccolta nel 1939 in Necropoli, Chodasevic ricorda quella periclitante dimora: «la villa si trovava su una piccolissima sporgenza della roccia. Sotto la facciata sud si apriva un dirupo di un centinaio di metri, a picco sul mare. Questa roccia, come tutta la costiera amalfitana, si sgretola continuamente». Sette mesi prima...