Le strade del Cairo sono vuote. Negozi, banche e uffici pubblici sono chiusi. In ogni quartiere sono nati comitati popolari di autodifesa. Purtroppo in questi gruppi si infiltrano spesso piccoli criminali armati. E così è molto semplice essere fermati, arrestati o brutalmente malmenati in Egitto in queste ore, soprattutto di notte, quando vige il coprifuoco. La legge marziale dà alla polizia il diritto di sparare, ma conferisce anche una sorta di potere speciale alla società per azioni arbitrarie. La motivazione per la formazione di questi gruppi è in genere non-violenta e, come successo dopo le rivolte del 2011, i comitati popolari possono trasformarsi in forum per la discussione di problemi reali che colpiscono un determinato quartiere. Con il tempo, molte delle lagna shabeya nate nel 2011 sono diventate delle vere e proprie organizzazioni non governative.
Chiediamo all’attivista e blogger Wael Abbas cosa comporta lo stato d’emergenza destinato a durare un mese. «Si torna al coprifuoco imposto da Mubarak quando era a capo del Consiglio supremo delle Forze armate. La polizia può procedere a detenzioni, torture e violazioni dei diritti umani. Chi viene arrestato deve affrontare una corte militare». È vero che i Fratelli musulmani dispongono di armi? «Sì , ma non è comparabile con la quantità di munizioni di cui dispone l’esercito. Il ministro dell’Interno dice di aver trovato 9 kalashnikov a Rabaa. E questo giustifica l’uccisione di 700 egiziani? L’esercito dovrebbe arrestare i miliziani, non uccidere gente indifesa», spiega Abbas.

Mentre com’è avvenuto l’assalto alla stazione di polizia di Qardasa a Giza, dove sono morti 12 poliziotti? «Che io sappia dopo la morte di alcuni giovani, i loro familiari islamisti hanno attaccato la stazione di polizia, non si è trattata di un’azione deliberata. Per gli incendi delle chiese potrebbe essere stata la Sicurezza di Stato, com’è avvenuto negli attacchi di Alessandria. Ma può essere stata gente comune o simpatizzanti degli islamisti per l’odio contro i cristiani che viene sistematicamente diffuso». Per questo El-Baradei ha deciso di sfilarsi dal governo ad interim. «Ha difeso il colpo di stato militare, quindi è opportunista come gli altri. Ma non vuole sporcare di sangue il suo palmares. Gli altri intellettuali che sostengono l’esercito, a cominciare da Aswany (lo scrittore è stato intervistato nel numero del 15 agosto del manifesto, ndr), sono i veri fascisti, contrari ai diritti umani. Vogliono la militarizzazione del paese», aggiunge il blogger più volte in prigione. Ma difendere i Fratelli musulmani non porta molto lontano. «Certo, si sono accordati con l’esercito, hanno escluso i rivoluzionari dal potere, perseguono politiche economiche distruttive e hanno portato il paese al caos. Ma l’esercito ha peggiorato le cose. Non usa la legge ma la lotta al terrorismo contro l’opposizione, come Bush in Afghanistan. In Egitto non c’è una guerra civile ma presto avremo di nuovo attacchi dinamitardi e kamikaze», conclude Abbas.