Diciamocelo con sincerità: in questi giorni non stiamo riordinando gli armadi o finalmente quella libreria sui cui scaffali i volumi accumulati a casaccio oscillano pericolosamente a ogni nuovo arrivo. E come potremmo del resto nel tempo sospeso che stiamo vivendo? Forse per questo da più parti – quelli che non le hanno mai guardate perché non è capitato, per distrazione, perché non aveva tempo, persino perché aveva qualche pregiudizio – ci chiedono: quali sono i titoli con cui colmare le mie «lacune»?

PARLIAMO delle serie tv che negli anni hanno creato pubblici diversissimi di appassionati, cresciuto già generazioni, dato spunto a espressioni di linguaggio comuni come accade con ciò che diviene parte di un racconto collettivo. E se all’inizio venivano osservate con molta prevenzione da chi vi vedeva un potenziale «nemico» del grande schermo, si è visto andando avanti, con l’affermazione dei colossi dello streaming a cominciare da Netflix che nell’immaginario occupavano un posto diverso, forse complementare, con uno scambio di attori, scrittori, registi da uno all’altro, quasi come un metodo di allenamento nei risultati più riusciti a altri tempi e modalità di produzione. E poi la «madre di tutte le serie», Twin Peaks, non nasceva dalle visionarie ossessioni di un dei grandi registi del cinema moderno?

ECCO dunque degli itinerari che partono dai «classici» attraversando quei titoli che per ognuno sono «imperdibili» – molti ricorrono da una lista all’altra – fino al proprio «colpo di fulmine» in un gioco di passioni e di epifanie. Buone visioni.