Sono passati quasi 80 anni dalla sua nascita, eppure Corto Maltese è più vivace che mai. Molto è accaduto dal quel 1967 in cui il suo creatore Hugo Pratt pubblicava Una ballata del mare salato, il primo dei 33 romanzi dedicati all’enigmatico pirata. Da sempre Corto ha messo d’accordo lettori, avventurieri e critica: l’arte, l’intelligenza e la visione del suo autore lo hanno dotato di una biografia tanto affascinante da resistere alle insidie e al logorio del tempo, rendendolo un personaggio culto del fumetto internazionale e anche il simbolo delle potenzialità artistiche ed espressive del linguaggio stesso. In questo momento le tavole di Corto Maltese sono esposte a Lione e a Parigi. Nel primo caso Corto Maltese par Hugo Pratt, la mostra al Musée des Tissus et des Arts décoratifs è visitabile fino al prossimo 28 luglio ed ha visto come guide d’eccezione nei giorni del Festival de BD di giugno Rubén Pellejero e Juan Diaz Canales, rispettivamente disegnatore e sceneggiatore dei nuovi albi di Corto Maltese. Nel secondo invece è la Biblioteque Publique d’Information ad ospitare le tavole e gli acquarelli di Corto Maltese all’interno della esposizione al Centre Pompidou di Parigi che fino al 4 novembre accoglie una grande retrospettiva sul fumetto, Bande dessinée. 1964-2024. L’esposizione allestita si intitola Une vie romanesque perché, nelle parole di Patrizia Zanotti direttrice di Cong, la vita di Corto è «romanzesca e letteraria come quella di Hugo Pratt, nato a Venezia e vissuto in Argentina, grande viaggiatore e appassionato conoscitore di molte culture». In giugno Patrizia Zanotti e Marco Steiner sono stati ospiti della rassegna Passaggi fra le nuvole al Festival Passaggi di Fano.

La fama di Corto, così come il genio di Pratt, vivono oggi grazie al lavoro dell’agenzia Cong che gestisce e promuove il patrimonio artistico dell’autore, scomparso nel 1995. La società, fondata dallo stesso Pratt nel 1983 e divenuta casa editrice nel 1995 con il nome di Lizard Edizioni, fu in quel un momento, come spiega Patrizia Zanotti, «molto importante per il fumetto d’autore: Rizzoli aveva chiuso la rivista Corto Maltese e le grandi case editrici avevano abbandonato il fumetto». Pratt si ammalò e morì poco dopo, ma molti autori di culto, come Vittorio Giardino, pubblicarono con Lizard, prima che il marchio divenisse Rizzoli Lizard. «Ci è tornata la voglia di fare i libri-racconta Patrizia Zanotti al pubblico di Fano- Pratt ha prodotto moltissimo, come disegnatore ha firmato migliaia e migliaia di tavole e storie. Abbiamo raccolto il suo spirito libertario nel rapporto con gli autori, memori delle costrizioni alle quali Pratt aveva dovuto sottostare tornando dall’Argentina all’età quarant’anni per pubblicare su Il Corriere dei piccoli. Fu invece dalla libertà e dall’incontro di Pratt con l’editore Florenzo Ivaldi che nacque il personaggio di Corto Maltese. È una libertà che cerchiamo di mantenere: nel 2015 alla coppia di autori spagnoli Pellejero-Canales, incaricata di scrivere e disegnare un nuovo albo di Corto, abbiamo sì chiesto di rispettare il personaggio ma senza imporre limiti grafici o narrativi». Così alle tre nuove avventure ’storiche’ di Corto Maltese (Sotto il sole di mezzanotte 2015; Equatoria, 2017; Notturno berlinese, 2022) firmate da Pellejero e Diaz Canales si aggiungono quelle «contemporanee» a firma di Bastien Vivès e Martin Quenehen che hanno attualizzato la figura di Corto portandolo ai nostri giorni. C’è poi una neonata collana di romanzi, Escondida alla quale appartiene l’ultimo libro di Marco Steiner, Corto Maltese e Irene di Boston

Giusto prima dell’incontro con i lettori del «Passaggi festival», Marco Steiner firma le nostre copie con una bella penna rivestita di legno sulla quale si legge: This pen’s wood is from Irene di Boston 1914.

Inizia poi a raccontare la sua ultima fatica editoriale citando Robert Musil.

«Abbiamo conquistato la realtà e perduto il sogno, diceva lo scrittore. Irene di Boston invece è un manifesto del potere dell’immaginario e dell’immaginazione. È una storia in cui credo molto, sintesi di molti viaggi e riflessioni; racconta l’incontro tra un personaggio, Corto Maltese, che non ha più il suo autore, ma che ancora vive, è un naufrago sopravvissuto al suo autore e si ritrova come nella prima storia Una ballata del mare salato, salvo su una spiaggia, stavolta siciliana. È un giovane Corto, precedente a quello immaginato da Pratt (del quale Steiner è stato collaboratore letterario ndr) che si chiede cosa rimane quando tutto è finito e su questa spiaggia incontra un personaggio, la voce di una donna che scaturisce dai legni di un relitto. Il relitto c’è stato davvero, è quello di una barca varata nel 1914, che come Corto aveva girato tutti i mari. Era stata costruita in un piccolo porto inglese, Boston, da un mastro d’ascia che era riuscito a trasmetterle un’anima. Questo il legame tra i due personaggi del racconto: la passione infusa dal loro creatore».

Come nelle storie di Pratt, c’è un contrappunto tra l’elemento di realtà-la storia del relitto- e il sogno, attraverso il quale questo materiale si riorganizza. È questo il senso del sottotitolo un appuntamento quasi impossibile? La possibilità dell’incontro tra la fantasia e la realtà? Tra Pratt e Corto?

Hugo Pratt mi ha dato pochissimi insegnamenti: il primo era «Divertiti seriamente», l’altro «Racconta la verità come fosse una bugia, così potrai raccontare le bugie come se fossero verità». Ho conosciuto l’ultimo proprietario dell’Irene di Boston, ho visto tutti i documenti e poi ho incontrato l’elemento prattiano: ho scoperto che negli anni ’50 la barca era stata acquistata da un capitano di lungo corso originario della Cornovaglia, che con la moglie e i figli aveva girato il mondo, per poi scomparire appena tornato. Indagando, sono venuto a sapere che i figli non volevano assolutamente parlare di questa storia. A quel punto potevo fare un lavoro di inchiesta, che non mi interessava. Sono invece partito per un viaggio immaginario da una base reale. In questo senso ho assorbito il metodo prattiano. Jorge Luis Borges, che amo alla follia, diceva che la letteratura è una sola: quella fantastica. Ho visto il relitto molti anni fa, ho studiato e lavorato alla storia, ne è nata una pièce teatrale, il sassofonista Francesco Cafisi ne ha fatto un disco e a un certo punto, durante il covid, si è condensata in romanzo. Il primo libro che contiene una storia possibile di un Corto Maltese alternativo, ingigantito dai disegni di Pratt, il primo della collana Escondida.

Irene di Boston è un testo ibrido che alterna verso a prosa. Come sono state selezionate e montate le immagini? Come si arriva a questa compenetrazione tra immagine e parola? ci dice Patrizia Zanotti: «Bisognava accompagnare le parole del racconto e i disegni di Pratt hanno una caratteristica incredibile, della quale ci sorprendiamo anche quando allestiamo le mostre: quando prendiamo un disegno di sei cm e lo facciamo diventare 5 metri, non solo il disegno regge, ma diventa di colpo altre cose, svelando forme incredibili. L’idea era quella di trovare dei dettagli che potevano sfuggire a un primo sguardo d’insieme ma che una volta isolati e ingranditi potessero svelare altri mondi. Non ci sono inediti di Pratt, ma in un certo senso sono ancora da scoprire».