Con la pandemia il mondo si è ristretto, sembrerebbe, almeno rispetto alla produzione di cinema italiano dei piccoli formati: questa la sensazione dal primo scorcio di Festival Corto Dorico, da diciotto anni certezza prenatalizia, nelle Marche, di visioni di livello dentro una programmazione multidisciplinare con incursioni nell’arte e un’attenzione particolare al sociale. Minore la presenza di autori italiani che mandano i loro lavori dall’estero, più forte la componente di quelli in arrivo dal Centro sperimentale di Cinematografia; ma se i perimetri geografici si stringono i contenuti si espandono. Come il minutaggio dei corti «sempre più lunghi negli anni» spiega il...