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I medici di Cuba pronti ad aiutare la Lombardia

I medici di Cuba pronti ad aiutare la LombardiaUn ospedale cubano – Ap

Cuba Il sistema sanitario cubano è una realtà e nonostante il blocco economico, commerciale e finanziario  imposto dagli Usa che soffoca da quasi 60 anni Cuba e il suo popolo.  Ne risentono le risorse strumentali, ma la professionalità e l’efficienza della sanità cubana è riconosciuta universalmente, a partire dall’Oms

Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 17 marzo 2020

Irma Dioli è la Presidente Nazionale dell’Associazione di Amicizia Italia-Cuba, abbiamo deciso di intervistarla partendo dalla lettera che la sua organizzazione ha inviato al Ministro della Salute in merito al possibile utilizzo di personale medico e sanitario cubano per fronteggiare l’emergenza Covid-19 in Italia. Voi avete scritto, il 7 marzo scorso, una lettera aperta a Roberto Speranza. Ci può spiegare perché?

Il motivo è semplice: siamo a conoscenza del supporto dato da Cuba alla Cina per il contenimento del coronavirus con l’invio di personale medico e paramedico specializzato nel contenimento delle epidemie. Sappiamo che molte volte quello che avviene da altre parti del mondo, e nel caso di Cuba questo si verifica puntualmente, viene ignorato nel nostro paese. Abbiamo ritenuto un dovere da parte nostra superare questa disinformazione, conoscendo il contributo che in situazioni gravi come quella che si sta affrontando in Italia, in più occasioni, Cuba è stata capace di offrire. Per questo abbiamo portato all’attenzione del Ministro Speranza la possibilità di avere cooperazione sanitaria dal paese caraibico. È noto quanto sia stato decisivo l’intervento diretto dei medici cubani nel contenimento e superamento dell’epidemia di Ebola in Africa, così come precedentemente per il colera ad Haiti.

Voi siete una storica Associazione che, da 59 anni, è impegnata per la solidarietà e la fratellanza fra il nostro popolo e il popolo cubano ma, nel concreto, che risposte avete avuto al vostro appello?

Al momento non abbiamo ricevuto risposte dirette, ma la nostra è stata fondamentalmente una sollecitazione: le risposte che ci aspettiamo non andranno date a noi, quello che ci aspettiamo è che le autorità italiane si mettano in contatto con le autorità cubane, a partire dalla sua Ambasciata a Roma.

L’Assessore  alla Sanità della Lombardia, Giulio Gallera ha dichiarato, sabato, che chiederà l’aiuto del Governo cubano per l’invio di personale medico e sanitario. Ci conferma che sono in corso contatti diplomatici in tal senso?

Sì, siamo in grado di confermarlo. In questo caso c’è una nota ufficiale dall’Ambasciata di Cuba sul ricevimento ufficiale della richiesta proveniente dalla Regione Lombardia e della trattativa in corso che ci auguriamo andrà a buon fine.

Vi è un po’ il “mito”, soprattutto nella sinistra italiana, dell’efficienza e della professionalità del sistema sanitario dell’isola caraibica. Ma è davvero così?

Sì, questa è una realtà e nonostante il blocco economico, commerciale e finanziario  imposto dagli Usa che soffoca da quasi 60 anni Cuba e il suo popolo. Ne risentono le risorse strumentali, ma la professionalità e l’efficienza della sanità cubana è riconosciuta universalmente, a partire dall’Oms. E poi c’è il valore aggiunto dell’etica umanitaria. C’è l’efficacia di un modello vincente, basato sulla capillarità e la prevenzione; non dimentichiamo che la riforma del sistema sanitario italiano del 1979 ha tratto decisa ispirazione dal modello cubano.

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