Quali cifre siano state sborsate non si sa, ma per Marcos Santana, presidente di Telemundo Global Studios, l’accordo con cui la sua rete si è aggiudicata i diritti audiovisivi dell’opera omnia di Corín Tellado, è «un sogno divenuto realtà». In Italia la notizia (ne scrive sul Pais Laura Fernández) è passata inosservata, e non per caso: sono pochi qui a sapere che Tellado, scomparsa ottantaduenne nel 2009, è dopo Cervantes l’autore di lingua spagnola più letto nel mondo, o almeno lo era negli anni Sessanta, secondo i dati dell’Unesco. Una disattenzione, quella italiana, che si comprende facilmente sapendo che la gigantesca produzione di Tellado – si parla di circa tremila titoli, sfornati al ritmo di un romanzo breve a settimana – rientra nella categoria della narrativa rosa, l’unico genere, nota Fernández, «ancora stigmatizzato dalla critica, a differenza del fantasy o del noir, ormai completamente sdoganati».

Di fronte alla mole di testi cui ora potrà attingere Telemundo Global Studios (un network specializzato nella produzione e nella diffusione di soap operas negli Stati Uniti), risulta più comprensibile l’entusiasmo di Santana, cui fa il paio quello di Esther Escoriza, responsabile per il gruppo Planeta dei marchi Esencia e Zafiro, che accolgono le opere di Tellado: «L’accordo è importante e meritato», è stato il commento di Escoriza, ben consapevole che il rilancio in video dei libri della «grande signora del rosa spagnolo» avrà effetti benefici sulle vendite: anche se Santana ha precisato che i romanzi, quasi tutti ambientati nella Spagna della seconda metà del ventesimo secolo, saranno opportunamente modernizzati, la potenziale quantità di ore di programmazione – fra film tv, serie e miniserie – provenienti dal patrimonio di Tellado appare fin d’ora impressionante. E giustamente Fernández rileva che il rosa è una «nicchia» molto capiente, se si considera che le Cinquanta sfumature di grigio sono state il libro più venduto a livello globale negli anni Dieci e che una delle serie recenti di maggiore successo è Bridgerton, tratta dalla serie romantica di Julia Quinn.

Ma al di là dei fasti vecchi e nuovi del rosa, vale la pena osservare più da vicino il fenomeno Tellado. Nata nel 1927 in un villaggio delle Asturie profonde, pubblicò il suo primo romanzo, Atrevida apuesta, a diciassette anni, diventando quasi subito una stella della sua casa editrice, Bruguera, e in seguito della rivista cubana Vanidades con cui collaborò per oltre mezzo secolo. Fu proprio a Vanidades come ha ricordato Carmen Lopez ancora sul Pais – che Tellado trovò un estimatore importante, Guillermo Cabrera Infante, giovane correttore di bozze della rivista, che riconobbe nell’opera della infaticabile narratrice uno stimolo per la propria scrittura.

Altrettanto attento al profilo di questa appartata bestsellerista è stato Mario Vargas Llosa, che la scoprì per caso, quando una sua nipote, arrivata a Parigi dal Perù per un corso alla Sorbona, gli rivelò di avere una valigia piena dei romanzi di Tellado, nel timore di non trovarli nella capitale francese. «Da quel momento – avrebbe detto in seguito Vargas Llosa – ebbi la tentazione di conoscere questa straordinaria scrittrice capace di raggiungere con le sue storie un pubblico che non sarebbe mai stato raggiunto dai libri di autori ‘colti’ spagnoli o latinoamericani»: un desiderio che lo scrittore poté esaudire nel 1981, quando andò a intervistare Tellado per la televisione peruviana, scoprendo una donna riservata e gentile, ma tutt’altro che remissiva, che scriveva ogni giorno per dieci ore e che gli apparve «pervasa da una voracità deicida».