Mercoledì i democratici ruggivano, o almeno ci provavano. Una dichiarazione via l’altra, una più dura dell’altra contro il ministro Alfano e la sua irrealistica verità sul caso Shalabayeva. Un sussulto di dignità. Ma anche una mano di poker giocata sul rilancio continuo, con l’obiettivo di costringere l’avversario a lasciare il ministero. La vittoria non era certa, la sconfitta nemmeno. Berlusconi teme la crisi quanto il Pd e forse di più. Due giorni fa la tentazione di evitare rischi ordinando ad Angelino il doloroso passo indietro, ai piani alti del Pdl, era ancora fortissima. Poi è arrivata l’intemerata di Letta, con...