Il reddito di cittadinanza e il referendum contro l’euro, ma anche l’auspicio che Napolitano e l’«ebetino» Renzi «nel 2015 se ne vanno». Il «controdiscorso» di Capodanno di Beppe Grillo, il secondo tenuto in contemporanea con quello del presidente Giorgip Napolitano, è stato l’occasione per tornare su alcune proposte del Movimento 5 stelle e ravvivare le polemiche di sempre. In realtà più simile a un Carosello pubblicitario che a un vero messaggio politico, con il leader che si fa riprendere in uno scantinato buio come se fosse un cospiratore. Perché così si sente Grillo, un «eversore» in quanto cittadino onesto in un società marcia dalla testa ai piedi, concetto che ribadisce alla fine dell’intervento leggendo un racconto di Italo Calvino, «La pecora nera», in cui si parla per l’appunto di un paese di ladri in cui tutti rubano tranne una sola persona, l’unica onesta.
E in veste di pecora nera calviniana Grillo traccia il bilancio dell’anno appena finito. «Cosa rimpiangeremo del 2014?», chiede. «Le balle di Renzi? L’attentato alla democrazia da parte di due partiti, Pdl e Pd meno L, che si sono messi insieme per disfare la Costituzione?». Sul premier e Napolitano il leader stavolta sceglie di usare il sarcasmo sostenendo che probabilmente il 2015 sarà meno fosco, almeno per quanto riguarda alcuni politici. «Forse l’ebetino si toglierà di mezzo magari allenandosi per le Olimpiadi ai 100 metri ostacoli quando sarà rincorso dalla popolazione». E ancora: «Forse avremo una grande soddisfazione quando per raggiunti limiti di età Napolitano, che ha condiviso questo sfacelo e anche leggermente sponsorizzato, si toglierà da questa posizione molto precaria che ha oggi come presidente della Repubblica. Forse succederà qualcosa». In realtà mentre Grillo parla Napolitano ha già annunciato l’intenzione di lasciare il Quirinale.
Il «controdiscorso» di Capodanno dura 12 minuti e 43 secondi ma a parte la scenografia e i toni da avanspettacolo è francamente difficile notare la differenza tra le cose che Grillo dice e le affermazioni di un qualsiasi politico. Naturalmente per il leader l’unica possibilità per far cambiare rotta al paese è mettere in atto le proposte del M5S, il «piano B» per uscire dalla crisi. «Noi stiamo portando in parlamento una legge di iniziativa popolare che ci permetterà di chiedere un referendum consultivo per uscire dall’euro», spiega. «Perché essere schiavi? Vogliamo diventare un Paese normale, avere la nostra sovranità monetaria, la nostra sovranità economica, avere il nostro fisco senza che sia delegato a una banca a mille chilometri». Senza che questo significhi l’uscita dall’Europa perché, assicura, «vogliamo rimanere in un’Europa bella, diversa».
Ma nell’ultimo giorno dell’anno Grillo non è stato l’unico ad attaccare il Colle. Per il leader della Lega nord Matteo Salvini, infatti, l’ultimo discorso tenuto da Napolitano come presidente della Repubblica è stato «penoso, da bocciare su tutta la linea». «Neanche una parola sui marò. Neanche una parola su una immigrazione folle clandestina. Neanche un’autocritica sui disastri della legge Fornero». E proprio come Grillo, anche Salvini ritiene di avere la ricetta giusta per salvare il Paese. «L’Italia ha proprio bisogno di energie nuove. Il ritorno alle monete nazionali è un pericolo? Tu e i burocrati europei – dice rivolto al presidente- siete un pericolo».