Ormai per gli ucraini è sempre più contro esodo, con decine di migliaia di persone che dopo aver abbandonato il Paese in seguito all’invasione russa scelgono adesso di tornare in patria. Non si tratta di un tendenza nuova. Da oltre un mese la polizia di frontiera polacca segnalava un numero sempre crescente di ucraini che attraversava la frontiera al contrario, decisi a tornare alle proprie case. La conferma è arrivata ieri da Friontex, l’Agenzia europea per il controllo delle frontiere, che ha aggiunto un particolare in più: ormai sono più gli ucraini che tornano nel proprio paese di quelli che fuggono, un dato che non riguarda più solo gli Stati confinanti con l’ Ucraina dove a milioni hanno trovato rifugio, ma tutti gli Stati europei. «Nelle ultime settimane si sono registrate più persone che tornano in Ucraina di quelle che lasciano il Paese», annota Frontex. In particolare tra il 25 e il 31 maggio quasi 260 mila ucraini hanno lasciato l’Unione europea facendo salire il numero dei connazionali rientrati a 2,3 milioni dall’inizio della guerra.

Dietro una simile decisione c’è la consapevolezza di poter fare rientro grazie all’esercito ucraino che ha respinto le milizie russe liberando alcune delle zone conquistate in precedenza, ma anche la volontà di non voler più vivere da profughi. Dal 24 febbraio scorso, giorno dell’invasione russa, 5,3 milioni di ucraini sono fuggiti in Unione europea, mentre il numero totale di sfollati che hanno cercato protezione nella Ue, compresi i non ucraini, è di 7 milioni.

Adesso però si è invertita la direzione di marcia tanto che già ad aprile le Nazioni unite stimavano in circa 30 mila al giorno gli ucraini che tornavano a casa, molti dei quali diretti nella verso la capitale Kiev, all’inizio della guerra minacciata dall’avanzata russa ma considerata ormai sicura da settimane. Secondo il sindaco della città, Vitali Klitschko, la popolazione è tornata ormai a due terzi del livello prebellico.