Deputato Federico Conte (Leu), il suo omonimo premier sostiene che sulla ragionevole durata del processo si troverà un accordo. L’accordo è all’orizzonte?

Il tavolo tecnico non è stato ancora riconvocato ma quella di Conte è un’indicazione politica che fa ben sperare.

Non era meglio votare l’urgenza della legge del forzista Costa?

La proposta di Costa contiene l’abolizione della Bonafede e, di fatto, ripristina la riforma Orlando. Ciò nonostante, in coerenza con lo spirito di responsabilità col quale partecipiamo al confronto nella maggioranza in aula, mi sono opposto alla sua calendarizzazione a dicembre, mancandone i presupposti di urgenza. E però, a nome del gruppo LeU ho chiesto al ministro di trovare una mediazione prima che entri in vigore la norma votata, vale ricordarlo, da M5s e Lega, e che tre su quattro forze dell’attuale maggioranza non vogliono. Oppure di rinviare l’entrata in vigore della riforma. Sarebbe la cosa più ragionevole per discutere con calma di un equilibrio costituzionale a tutela dei cittadini. Noi e il Pd abbiamo dato l’ennesima prova di lealtà. Leu presenterà una proposta la prossima settimana.

Quale?

Immaginiamo una distinzione fra prescrizione sostanziale e processuale. La prima è l’oblio della comunità di un fatto che può essere un reato, ed è odiosa e insopportabile, lascia impuniti i responsabili e alimenta la demagogia dei 5s. Questa fermiamola col decreto in cui si dispone il giudizio. Però poi dobbiamo stabilire tempi certi e ragionevoli per primo grado, appello e cassazione. Se l’amministrazione della giustizia non rispetta i termini, il processo si estingue.

Avete pensato a un piano B?

La soluzione della prescrizione processuale può integrarsi anche con la riforma Bonafede. Il punto di caduta è far partire i termini di fase dalla sentenza di primo grado. In soldoni, se dobbiamo sospendere la prescrizione con la sentenza di primo grado, poi però stabiliamo un termine di fase certo per celebrare appello e cassazione. Così evitiamo il processo a vita.

Intanto la sospensione della prescrizione va in vigore da gennaio.

Se ci fosse l’accordo basterebbe inserirlo nello schema di legge delega per la riforma del processo penale, mandandolo in consiglio dei ministri prima di Natale.

Fino a oggi però la risposta dei 5 stelle è ruvida.

A me pare irragionevole e poco coerente con lo spirito di coalizione. Abbiamo respinto un’insidia dell’opposizione. Altre ne verranno, e l’aula è sovrana. Soprattutto se si parla di diritti dei cittadini.

Cerchereste i voti dell’opposizione? Per Di Maio si tratterebbe di un Nazareno bis.

Questa è una frase ad effetto che non risolve il problema. Le riforme si fanno in maniera condivisa, si tratta di trovare un punto di equilibrio. Se lo dice Conte vuol dire che se n’è reso conto anche lui. Il tema del resto non è fra quelli dell’accordo di governo.

La sua posizione è quella di Leu? Grasso la pensa diversamente.

La mia posizione è sicuramente quella del gruppo di Leu della Camera. Nella nostra area però esistono anche altre sensibilità.

A Roma è in corso la maratona degli avvocati delle camere penali per chiedere di intervenire sulla prescrizione. Parteciperete?

Guardi, sono un penalista della camera penale di Salerno e se riuscissi andrei alla maratona. Il problema non è degli avvocati ma dei cittadini e delle imprese che hanno bisogno di regole certe. È un fatto di rilevanza sociale. C’è una narrativa populista che vuole gli avvocati interessati a far prescrivere i processi. È falsa. I due terzi dei reati si prescrivono prima della prima sentenza di primo grado. Noi seguiamo con grande attenzione questa sacrosanta battaglia di civiltà che l’Unione delle camere penali sta promuovendo. Lo facciamo con la responsabilità di chi fa parte di una maggioranza e fa il lavoro faticoso di tenerla insieme per raggiungere anche questo risultato. Sarebbe un errore lasciare questa battaglia alla destra. Anche perché la Lega questa legge l’ha votata.

I magistrati sono rimasti quasi del tutto in silenzio. Siamo tornati alla contrapposizione fra avvocati e magistrati?

No, nella magistratura c’è la consapevolezza che questa norma crea molti problemi, anche a loro che hanno l’onere dell’organizzazione del servizio.

E se i 5 stelle vi ‘concedessero’ di incardinare in commissione la norma, ma la rallentassero?

Sarebbe un rimedio di breve durata . Prima o poi l’ordinamento si farà carico di modificare una norma sbagliata.

Conte è un avvocato. La stupisce che sposi questa norma?

Voglio credere che l’atteggiamento paziente di Conte sia sostenuto dalla logica del civilista che compone controversie, per i quali un po’ di tempo in più serve. Diciamola in latino: «Melius re perpensa». Spero nel lodo Conte.