Entro fine mese, il voto su statuto e nuova leadership. Nel corso dell’estate, incontri sui territori e lavoro organizzativo. In settembre una grande kermesse per rilanciare l’immagine del Movimento 5 stelle. Sono questi i passaggi fondamentali della road map che Giuseppe Conte immagina per le prossime settimane, adesso che il braccio di ferro con Davide Casaleggio è finito e che i dati arriveranno da Rousseau in modo da procedere alle operazioni di consultazione degli iscritti.

CIÒ NON TOGLIE che il nuovo leader trova un M5S in subbuglio. I parlamentari che nell’ultima parte di questa legislatura hanno fatto in gran parte resistenza passiva di fronte a Casaleggio e che lentamente hanno cambiato gli equilibri del potere interno al M5S adesso dovranno cedere parte del peso che hanno acquisito alla dirigenza che Conte dovrà scegliere. «Potrà esercitare la sua leadership attraverso gli strumenti che il M5S gli metterà a disposizione – dice il ministro delle politiche agricole Stefano Patuanelli – Un M5S in cui non c’è una struttura ma un’organizzazione più profonda. È normale che anche il M5S cambi come cambiano la società e le persone». Di fronte a questi cambiamenti, è ormai certo che Conte non scioglierà a brevissimo il tema che rappresenta la spada di Damocle sugli eletti e che minaccia i fragili equilibri tra i parlamentari: quello del tetto dei due mandati. Nello statuto che verrà messo ai voti, che Conte assicura essere già pronto, non si menzionerà la questione considerata troppo divisiva. Tutto viene rimandato più in là, al momento della scrittura del codice etico, che poi verrà sottoposto all’approvazione degli iscritti.

L’ALTRO TEMA è il rapporto con la maggioranza di governo. Anche su questo, Conte non immagina strappi traumatici. Ma ha detto a più riprese ai suoi che intende far sentire in modo più incisivo la voce dei 5 Stelle negli equilibri di maggioranza. Di questo si parlerà giovedì sera, nel corso della riunione congiunta dei gruppi parlamentari al quale relazionerà proprio Patuanelli, il capodelegazione del M5S nell’esecutivo.

PATUANELLI SA benissimo che la curva del consenso per Draghi tra deputati e senatori è al minimo e dunque usa parole tutt’altro che entusiaste per descrivere la fase. «Questo governo nasce su grande impulso del presidente della repubblica, noi abbiamo cercato di connotarlo con il tema della transizione ecologica – dice – È chiaro che su questo percorso saremo un po’ intransigenti». In questa dichiarazione di fermezza, attutita da quell’«un po’» c’è tutta la difficoltà della squadra di governo nel tenere i rapporti con gli eletti. «Dobbiamo avere anche la capacità di capire che la transizione ecologica si fa con dei tempi e modi certi per i settori industriali – prosegue ancora Patuanelli – Cerchiamo di imprimere un’accelerazione alla transizione per quanto possibile».

CONTE ORA ha qualche certezza in più sul suo ruolo e può permettersi di rinunciare alla candidatura nel collegio romano per le suppletive della camera. Ma sa che sul tema del governo il suo M5S rischia di trovarsi scoperto. Per questo, pur ignorando i parlamentari che sono stati espulsi dopo aver disatteso l’indicazione di votare a favore di Draghi, continua a inviare attestati di stima ad Alessandro Di Battista. Se l’ex deputato venisse recuperato alla causa gli servirebbe a rimettere il baricentro del neo-M5S oltre il recinto dei gruppi parlamentari, a coprirsi le spalle sulle posizioni più critiche verso il governo e a bilanciare la figura ancora ingombrante di Luigi Di Maio. Di Battista, in procinto di partire per due mesi in Sud America, se ne rende conto e pur ribadendo la sua posizione critica nei confronti del nuovo corso grillino ricambia: «Ti ringrazio Giuseppe Conte per le belle parole che mi hai dedicato – risponde via facebook – Sono un uomo leale come dici e come sai. Ti sono stato leale quando occorreva andare fino in fondo con la linea che il Movimento 5 Stelle aveva scelto. E ti sono leale adesso e questo, in politica, significa dire pubblicamente quel che si pensa intimamente. Fino a che il M5S sosterrà questo governo io starò sempre dall’altra parte della barricata».