Da «casta» a «termometro della democrazia», da «pennivendoli» a «costante stimolo della classe politica». Anche dal discorso del presidente del consiglio Giuseppe Conte a Montecitorio si intuisce che lo sguardo sui «professionisti dell’informazione» è cambiato, in questa seconda fase del governo a 5 Stelle, almeno nelle intenzioni. Lo si capisce di più però dal fatto che raramente prima d’ora, nella costituzione di un nuovo esecutivo, era stata data tanta importanza alla delega all’Editoria e si era assistito ad un tale lavorio da parte degli sherpa dei partiti per incastrare – nell’esercito dei 45 sottosegretari (è il numero massimo possibile) –...