«Renzi ha chiamato uno dei nostri parlamentari» che diventa poi «Renzi ha fatto contattare un nostro parlamentare» e infine «c’è stato un tentativo». Beppe Grillo prova a fare il massimo rumore quando, nel pomeriggio di ieri, denuncia la «proposta indecente» del presidente del Consiglio. Che in realtà circola da giorni come ultima chance per forzare il blocco sulle nomine del parlamento dei due giudici della Consulta. Lunedì sera Renzi l’ha detto anche in diretta tv, a Otto e Mezzo: «Cercheremo di aprire ai grillini anche sull’elezione della Corte costituzionale». Correzione di rotta tardiva, praticamente obbligata vista la sperimentata incapacità di proseguire altrimenti (20 votazioni a vuoto fin qui), epperò correzione di rotta pubblica. Per Grillo è un complotto, la proposta di «un patto segreto». Che i 5 Stelle ovviamente rifiutano.

Il deputato Danilo Toninelli, che segue il dossier per i grillini, ridimensiona il giallo: «Nessuna chiamata, solo un tentativo che ho rifiutato. Prima i nomi fatti pubblicamente, solo dopo ci parliamo». È la richiesta che Grillo recapita a mezzo blog: «I nostri nomi sono a disposizione da tempo. Se il Pd vuole condivisione non tenti la via della trattativa segreta. Renzi faccia i suoi nomi pubblicamente. Chiunque abbia i requisiti per essere eletto in ruoli di garanzia così importanti può essere candidabile per il M5S se valido e indipendente. Altrimenti saranno ancora fumate nere». I 5 stelle sanno di poter essere determinanti. La marcia indietro su Violante non garantisce affatto a Renzi un sicuro successo, perché lascia molti nel Pd con l’amaro in bocca. Il tempo dei franchi tiratori potrebbe non essere finito; l’appoggio dei grillini diventa decisivo per non rischiare nuovi buchi nell’acqua. E Grillo ha ragione nel dire che il movimento ha individuato per primo cinque candidati dagli ottimi requisiti – Silvia Niccolai, Antonio D’Andrea, Franco Modugno e Felice Besostri – proponendoli al resto del parlamento. Ma Renzi non ha intenzione di far scegliere uno dei due giudici costituzionali ai parlamentari di Grillo, semplicemente è tornato a proporre un patto che prevede anche l’elezione del consigliere mancante al Csm (la prescelta dal Pd si è rivelata senza i requisiti). È quella la casella che palazzo Chigi vuole assegnare ai grillini, che peraltro hanno persino votato online per selezionare il loro candidato: l’avvocato Alessio Zaccaria.

Ma la trattativa è in salita, visto che coinvolge anche Forza Italia che difficilmente troverà candidature «potabili» per i grillini. E così la ventunesima votazione, che doveva tenersi questa settimana, è stata prima fissata per domani, poi fatta slittare a data da destinarsi. Renzi spera in un passo indietro pubblico e formale di Violante per svelenire il clima interno.